Profughi, il gioco delle parti - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Profughi, il gioco delle parti

minniti-raggiChi ha poco da dire ironizza sulla inversione a U del sindaco Raggi sulla questione dei migranti sottolineando che in passato Virginia aveva sposato la linea della solidarietà e della accoglienza mentre oggi tuona contro la presenza eccessiva dei medesimi nella Capitale. I problemi sono altri e sono molto più seri. A Roma e altrove la situazione si è fatta ingestibile e non si riesce a trovare una via d’uscita. E accade che Virginia Raggi chieda una moratoria sui migranti in arrivo nella Capitale, e che il Viminale bocci l’ipotesi. Insomma, presa a pesci in faccia. Perché è grillina? Il Ministero non lo ammetterà mai. A pochi giorni dall’incontro tra la sindaca e il ministro Marco Minniti, il sottosegretario con delega all’immigrazione Domenico Manzione ha chiuso la porta a qualsiasi trattativa sui numeri con il Campidoglio, sottolineando anzi che c’è posto per altre duemila unità.
La Raggi prova ad aggredire il problema da un’altra parte e gioca la carta degli stranieri irregolari, quelli sì che sono ingombranti e destabilizzanti, un vero esercito che sfugge ai censimenti, un mondo di invisibili che può essere stimato tra le 15 e le 20mila unità.Vite spesso ai margini che si possono incrociare alla stazione Termini e nei pressi della metropolitana. La notte sui cartoni o nei parchi. Basti pensare che al Campidoglio risultano al momento 97 palazzi occupati irregolarmente dagli immigrati. Situazioni al limite e non gestite.
Aggiungiamo i profughi richiedendo asilo, poco peno di novemila unità ospitate nelle strutture comunali e della Prefettura e il quadro a tinte fosche è completo. Il Campidoglio chiede uno sconto del 30% sulle quote di migranti che spettano a Roma (2400 persone), ma non riesce a spuntare nemmeno una pacca di solidarietà sulle spalle. Gli sbarchi continuano, niente deroghe né sconti sulle quote

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