Roma brucia, paghino i veri responsabili - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma brucia, paghino i veri responsabili

Lo Stato abdica, il cittadino paga le conseguenze

incendio_roma_vigiliPerché Campidoglio e Prefettura non hanno saputo affrontare la quotidianità di disordine e degrado
E non ci si venga a dire che se Roma è assediata dalle fiamme la colpa è di una complicata, eccezionale congiuntura atmosferica, che tutto accade per caso e che la percentuale di dolo nella genesi degli incendi non è valutabile. Le colpe ci sono, eccome. E qualcuno deve pagare, in solidi. Se la capitale va a fuoco la responsabilità in larga parte, oggi ( e un anno dopo, lo si può dire), è di chi amministra la città, del Campidoglio quindi, della Prefettura, di chi governa l’ordine e la salute pubblici e che impegnata in altro non ha saputo affrontare una quotidianità di disordine e degrado che in mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria si è trasformata in fretta in una emergenza della quale è addirittura difficile individuare i confini. Ma i Municipi che ci stanno a fare? Non vedono, non provvedono, non chiedono, non denunciano? Possibile che vigili urbani e forze dell’ordina abbiamo sempre qualcosa di più importante da fare? Non c’è stato ordine, non c’è stata pulizia, non c’è stato controllo. Le foto dall’alto rese disponibili dal Messaggero confermano l’esistenza di una città segreta, la città degli invisibili che ha trovato alloggio dovunque, tra le frasche, in ogni anfratto disponibile, sulle rive del Tevere, nei parchi, nella valle dei casali. E questa umanità dolente vive e ha vissuto in modo quasi primitivo, con il risultato di provocare decine e decine di incendi. Si poteva evitare? Tutti sapevano e sanno dell’esistenza dei mille insediamenti abusivi. Fuori legge sotto tutti i punti di vista. Ma nessuno ha saputo o voluto risolvere con fermezza ed energia il problema. Molto più semplice fare finta di niente. Eppure erano e son o questioni di sicurezza, di igiene, di ordine pubblico. Niente da fare, lo Stato ha abdicato. Chissà perché. E ora tutti ne paghiamo le conseguenze. C’erano da gestire gli intrighi capitolini, c’era il contrasto con Palazzo Chigi che lesina risorse, c’era e c’è la questione dei migranti, che fa girare la testa. Ma noi paghiamo uno Stato, una amministrazione che ci tuteli, non che scelga le emergenze sulle quali intervenire. Stesso discorso per i campi rom, dove gli incendi sono all’ordine del giorno. Se si è deciso di chiuderli è affare del Campidoglio e della Ue, intanto non possono essere porti franchi, repubbliche indipendenti. Ci deve essere un controllo capillare, si provveda a blindarli finchè è necessario, ci si piazzi l’esercito, ci siano controlli continui e sistematici, si controlli chi entra e chi esce (lo chiedeva il commissario governativo Tronca); si faccia pulizia una volta per tutte delle tonnellate di immondizie e si mandino i camion dell’Ama tutte le mattine. Si sgomberi tutto quel che c’è da sgombrare in termini di uomini e cose, si individuino i genitori che non mandano i figli a scuola ma a mendicare e li si arresti, dopo averli privati della patria potestà. Tutto questo andava fatto da mesi, da anni, ma non è stato fatto. E l’amministrazione grillina, che tanto criticava gli altri, non ha nemmeno provato a fare di meglio. In sintesi quello che in qualsiasi città civile sarebbe routine a Roma diventa impossibile. Ma si sognano il grande raccordo anulare per le biciclette, le teleferiche, le botticelle elettriche. Manutenzione ordinaria e straordinaria? Parole arcane.

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