Lazio non c'è, Spal 1 punto in A 49 anni dopo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Lazio non c’è, Spal 1 punto in A 49 anni dopo

lazio-spalNon è già più la Lazio di Supercoppa, oppure è stata solo una serata storta? L’interrogativo è legittimo dopo aver visto all’opera la squadra di Simone Inzaghi che ha pareggiato 0-0 contro la Spal che festeggiava all’Olimpico il ritorno in serie A dopo ben 49 anni di assenza. Per questo era ‘scortatà da un folto gruppo di tifosi, che per tutta la partita hanno cantato più forte del pubblico laziale. Una parte del quale, purtroppo va segnalato ancora una volta, si è segnalata fin dall’inizio per gli ululati razzisti al portiere spallino Gomis e poi nel finale, al punto da costringere l’arbitro a far diffondere l’avviso anti-razzismo dallo speaker dello stadio. La Lazio di oggi, bruttissima copia di quella che aveva battuto la Juventus in Supercoppa, è mancata di lucidità soprattutto in fase conclusiva, costruendo azioni magari in modo un pò confusionario, ma comunque tali da impegnare a fondo gli avversari, molto ben disposti in campo dall’allenatore Semplici. Nella mezzora conclusiva quello della Lazio verso l’area della Spal è stato quasi un assedio, che però non ha portato frutti. I pericoli corsi da Gomis possono essere riassunti nel tiro di Luis Alberto finito alto di poco, uno di Lulic dal limite respinto dalla difesa dei ferraresi e da un colpo di testa di Milinkovic-Savic finito fuori di poco. Tutto qui, nonostante la continua pressione, ben contenuta dagli attenti difensori spallini. La formazione emiliana ha dato anche l’impressione, almeno in questa circostanza, di essere più tonica della Lazio, e a livello di occasioni recrimina sul palo colpito dall’ex romanista Viviani in avvio di partita, all’8’. Questa partita conferma comunque che la Lazio avrà anche vinto la Supercoppa ma ha bisogno di rinforzi, basti pensare che oggi Inzaghi era con gli attaccanti contati, e infatti ha schierato Palombi dall’inizio, e che la difesa, orchestrata da un De Vrij che gioca sempre col fioretto, dovrà assolutamente essere puntellata se Hoedt (rimasto in panchina) verrà ceduto in Premier League. Ora bisognerà vedere se il presidente Claudio Lotito recepirà questo tipo di discorsi: il dubbio è lecito. Dall’altra parte si è vista una Spal che se continuerà così potrebbe non essere la solita matricola che vive una stagione da favola, leggi serie A, e poi torna da dove è venuta. Voglia di fare, corsa ed entusiasmo ci sono tutti, in avanti si sono mossi molto Paloschi e Floccari, ex di turno, mentre Borriello, appena arrivato, ha giocato uno scorcio di partita trovando anche il modo di farsi ammonire. Ma ha promesso di farsi trovare pronto quando conterà veramente, e allora questa Spal che sogna di essere come quella dei Reja, Capello, Massei e Mattrel di mezzo secolo fa potrebbe anche vincere il proprio campionato, che si chiama salvezza.

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