RIETI - Il pronto soccorso del de Lellis primo nel Lazio per i tempi d'attesa - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

RIETI – Il pronto soccorso del de Lellis primo nel Lazio per i tempi d’attesa

RIETI - Ospedale San Camillo De Lellis

RIETI – Ospedale San Camillo De Lellis

Un provvedimento per il bene dei pazienti che genera un clamoroso effetto boomerang, mettendo in evidenza tutti i limiti di una coperta che per la sanità reatina è troppo corta. I 35 posti tagliati dai reparti del de Lellis per garantire una maggiore vivibilità nei periodi di caldo, hanno finito per creare problemi al pronto soccorso.

ECCO IL PERCHE’
E’ questa la chiave di lettura che molti, all’interno della Asl, hanno dato per spiegare le lunghissime code che da un mese in qua si creano all’ospedale reatino. Ad uscire pubblicamente sul tema era stato l’ex assessore reatino Gianni Turina, che aveva raccontato l’esperienza vissuta in prima persona al pronto soccorso reatino la scorsa settimana: 12 ore di attesa per una semplice medicazione e una terapia antibiotica, con pazienti anziani lasciati ore sulle barelle.

A confermare la situazione, i dati ufficiali degli accessi ai pronto soccorso forniti in tempo reale dalla Regione Lazio, consultabili via internet o con app per telefonini: ieri alle 16 a Rieti c’erano 29 persone in attesa e 20 in trattamento. Alla stessa ora, in tutto il Lazio, solo il pronto soccorso del Policlinico Casilino a Roma era in una situazione peggiore, con 30 pazienti in attesa.

PROBLEMA TAGLI
Eppure un anno fa la situazione non era così drammatica. In piena emergenza terremoto, ad esempio, il pronto soccorso del de Lellis fu in grado di smaltire un super lavoro, ricevendo i complimenti anche dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. All’interno degli uffici della Asl in molti leggono nel taglio dei posti letto nei reparti la causa di tutti i mali. Un passo indietro.

Poco prima dell’inizio dell’estate il direttore generale della Asl, il commissario Marinella D’Innocenzo, annunciò insieme al direttore sanitario, Paolo Anibaldi, una serie di misure per migliorare la vivibilità dei reparti ospedalieri ed evitare ai pazienti sofferenze nel periodo di grande caldo.
Un piano che prevedeva la riduzione di 4 a 3 posti letto nelle stanze di medicina 1 e medicina 2: nel primo caso i posti totali sono passati da 50 a 40, mentre nel secondo da 45 a 30, per un totale di 25 posti. A questi se ne sono aggiunti un’altra dozzina per la chiusura della degenza infermieristica, quel reparto che veniva utilizzato per i pazienti dimessi dai reparti e in attesa di tornare a casa o per i degenti che dovevano completare delle terapie.

LE RIPERCUSSIONI
Un taglio complessivo di 35 posti, un’azione concepita per dare sollievo ai malati, ma che ha generato un effetto domino, che qualcuno negli uffici amministrativi aveva previsto. Al de Lellis la coperta si è dimostrata troppo corta e per un problema risolto (quello della vivibilità nei reparti) se ne è creato un altro. Le lunghe code al pronto soccorso sarebbero causate anche dall’impossibilità di mandare in reparto pazienti che sono stati visitati e ai quali è stata fatta una diagnosi. Non essendoci posti letto, in molti casi vengono trattenuti in osservazione.
A questi si aggiungono quelli in attesa di esami che richiedono tempo.

Sommando le varie situazioni, si arriva al risultato che è sotto gli occhi di tutti ogni giorno: attese infinite, medicazioni rimandate anche di 12 ore e pazienti abbandonati sulle barelle in attesa che qualcuno possa intervenire. Ieri – tra le 16 e le 17 – secondo i dati della Regione Lazio, la coda era diminuita di una sola unità. In un quadro drammatico per pazienti e dipendenti, con il personale in evidente affanno, stona il silenzio dei sindacati che sembrano aver dimenticato l’emergenza de Lellis. Un problema sul quale urge un intervento immediato.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login