Polizia fascista? Non scherziamo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Polizia fascista? Non scherziamo

E’ scattato il linciaggio dei poliziotti violenti, sono stati riscoperti vecchi slogan e prese di posizione stereotipate

polizia_linciaggioLa guerriglia urbana tra forze dell’ordine e rifugiati a Piazza Indipendenza a Roma si è trasformata in un clamoroso fatto politico dove c’è tutto:  la questione-migranti con tutte le sue spine, la crisi della giunta Raggi tenuta in piedi a forza dal vertice del movimento grillino, la questione politica nazionale, appesa a un filo e il malessere generale che impedisce di affrontare con serenità qualsiasi problema si presenti sul palcoscenico della cronaca. Un centinaio di rifugiati somali ed etiopi – uomini, donne, bambini – che occupavano da tempo uno stabile a due passi dalla stazione Termini sono stati “sfrattati” con una certa decisione. Hanno rifiutato l’offerta del Campidoglio di soluzioni d’emergenza che avrebbero smembrato le famiglie e hanno deciso di fare il braccio di ferro con il paese ospite.  Ma sono tempi duri, di terrorismo, e Prefetto e Questore hanno forzato la mano. E’ finita con cariche di polizia, lan cio di pietre, oggetti, addirittura bombole a gas. I celerini non vanno tanto per il sottile, quando sono messi sotto e sono volati parole e azioni violente, fin troppo, fino a quella frase che ha scandalizzato i ben pensanti pronunciata da un dirigente Ps, della serie “spezzategli un braccio se vi tirano le cose addosso”. La violenza non va mai tollerata né perdonata, nessuna scusa, ma la considerazione è biunivoca. C’è chi deve obbedire e far rispettare la legge, e chi deliberatamente sfida le forze dell’ordine.  E’ scattato il linciaggio dei poliziotti violenti, sono stati riscoperti vecchi slogan e prese di posizione stereotipate.  La polizia deve prendersi le molotov e i sassi e non reagire, per apparire come “polizia fascista”. L’agente “incriminato” è stato passato ai raggi x, si è scoperto che era stato “violento” anche in un’altra occasione di piazza (“ Il poliziotto della frase «spaccategli un braccio» è lo stesso che fece caricare gli operai della Thyssen”, titola ilMessaggero.  E la notizia diventa quella, della sorte dei rifugiati non si parla più sui giornali. Il dibattito diventa politico, con il Campidoglio che scarica ogni responsabilità sul Comune che “sapeva e non  ha agito per tempo”, il sindaco che reagisce denunciando il vergognoso scaricabarile” e il candidato premier grillino Di Maio che difende a spada tratta la Raggi. Quando è chiaro, la colpa è collettiva e va condivisa, pare che i vertici dello Stato e delle amministrazioni locali facciano fatica a parlarsi. Rincara la Raggi: ‘Abbiamo fatto il nostro dovere, altri no’. La replica della Regione: da maggio silenzio del Comune sui 40 milioni da noi stanziati. I 40 migranti in condizioni di maggior disagio andranno in sei villette nel reatino ma il sindaco di Forano (Pd) ha già detto no

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