Chikungunya, i casi nel Lazio salgono a 47. Ragazza infettata in Lombardia - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Chikungunya, i casi nel Lazio salgono a 47.
Ragazza infettata in Lombardia

In tutti i comuni sono state già avviate le disinfestazioni straordinarie, come chiesto anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

contagi_romaAncora nuovi casi e una maxiemergenza sangue in vista. Si estende di giorno in giorno l’allarme per la Chikungunya, il virus trasmesso dalla puntura della zanzara tigre che sta colpendo in particolare il Lazio. In 24 ore i casi sono quasi raddoppiati, passando dai 27 di ieri ai 47 di oggi. Quasi tutti arrivano da Anzio, città del litorale laziale dove è stato individuato uno dei focolai.

Inoltre si registra il primo caso in Lombardia. Ad essere stata infettata è una ragazzina di 13 anni di origine asiatica residente a Curtatone, comune alle porte di Mantova. A darne notizia, con un comunicato, lo stesso Comune di Curtatone allertato da una segnalazione del Servizio di prevenzione medica dell’Ats Val Padana. Subito è partita la disinfestazione nell’abitazione della bambina, che si trova nelle campagne del paese. La ragazzina ha contratto il virus durante una vacanza con la famiglia nel suo paese di origine. Una volta rientrata a casa, a fine agosto, la ragazzina ha cominciato a manifestare i sintomi della malattia. Dopo un breve ricovero all’ospedale Carlo Poma di Mantova è stata trasferita all’ospedale di Brescia dove si trova tuttora. Le sue condizioni non desterebbero preoccupazioni e starebbe per essere dimessa.

Intanto, tornando al Lazio, oltre a quelli di Anzio, sono sei i casi registrati a Roma e uno, il primo, a Latina. In tutti i comuni sono state già avviate le disinfestazioni straordinarie, come chiesto anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Bisogna disinfestare con forza e con convinzione – ha detto – e anche la tempestività in questi casi, laddove si manifesta il primo caso di contagio». Intanto negli ospedali si corre ai ripari per evitare quella che il Centro Nazionale Sangue definisce una «maxiemergenza» in seguito al blocco delle donazioni disposto nei Municipi della Capitale compresi nella Asl Roma 2. Un territorio «pari a una regione come il Friuli Venezia Giulia».

Ad aiutare il Lazio arrivano le raccolte straordinarie di sangue avviate in tutte le regioni d’Italia, che già ieri hanno inviato 849 sacche. Al momento, però, il fabbisogno aggiuntivo stimato è di 200-250 sacche al giorno. Nei principali ospedali romani non si registrano comunque ritardi o posticipi negli interventi, mentre il Bambino Gesù sta contattando le persone che hanno donato il sangue nel periodo di massima criticità, tra fine agosto e inizio settembre, per accertamenti su eventuali sintomi del virus. Una raccolta straordinaria è stata avviata anche dalla stessa Regione Lazio in tutte le altre Asl non colpite dal provvedimento del Centro Nazionale Sangue. Sul fronte si muove la Croce Rossa di Roma che ha messo a disposizione il numero della Sala Operativa 06.5510 per tutti i romani che abbiamo bisogno di informazioni sulla donazione del sangue.

«È importante che le raccolte straordinarie siano programmate – spiega il direttore del Centro nazionale sangue (Cns) Giancarlo Maria Liumbruno -, perché l’emergenza per il Lazio potrebbe durare diversi giorni, a seconda dell’andamento dei focolai». L’emergenza, dunque, non accenna a rientrare, ma, anzi, rischia di aggravarsi nei prossimi giorni, complice anche il peggioramento delle condizioni meteo previsto sul Lazio. «Il fatto che il primo contagio potrebbe essere avvenuto a metà luglio, che i casi sono riportati in due aree separate e che diversi casi asintomatici sono sotto indagine suggerisce che la trasmissione locale è molto efficace – scrive il Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc)-. Di conseguenza ci si aspetta di identificare nuovi casi in futuro».

L’Italia, ricorda il Centro, è stato il primo paese fuori dai tropici ad avere un’epidemia di Chikungunya autoctona nel 2007 (in Emilia Romagna), e da allora ci sono stati solo tre focolai, l’ultimo dei quali in Francia poche settimane fa. I viaggiatori europei che sono stati in Italia, raccomanda l’Ecdc, devono riferire alle autorità qualsiasi sintomo riconducibile alla malattia. Per i donatori di sangue va invece valutata la possibilità di stop o di rinvio alle donazioni per chi è stato in Italia.

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