Chikungunya, non uccide ma fa paura - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Chikungunya, non uccide ma fa paura

Nel Lazio si allarga area diffusione del virus. Accertati 27 casi tra Roma, Anzio e Latina

ChikungunyaAumentano i casi di Chikungunya nel Lazio e si allarga l’area di diffusione. Oltre a Roma e Anzio, altri casi si sono infatti registrati nell’area di Latina. Lo riferisce la Regione Lazio spiegando che secondo i dati aggiornati al tardo pomeriggio di ieri al Seresmi (Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive) sono pervenute 27 notifiche di casi di Chikungunya. Dieci nuovi casi sono riferiti a persone residenti o che riportano un soggiorno nel comune di Anzio e 7 casi non risultano aver viaggiato in Italia o all’estero nei 15 giorni precedenti l’esordio dei sintomi. Rimangono inalterate le notifiche facenti riferimento il territorio di Roma”. Nella provincia di Latina, informa invece l’Asl territoriale, si sono registrati, al momento, 4 casi, 2 certi e 2 probabili. “Non tutti i soggetti punti da una zanzara infetta manifestano i sintomi della malattia e, comunque, la stessa, nella maggioranza dei casi, è, solitamente, autolimitante”, spiega la Asl riferendo che “a seguito dei casi registrati e sulla base della circolare n° 20957del 10/07/2017 del Ministero della Salute, il Sindaco del Comune di Latina è già stato informato per competenza. Al tempo stesso, si sta provvedendo ad informare tutti i Sindaci della Provincia affinché predispongano le azioni propedeutiche all’avvio di eventuali interventi di disinfestazione in caso vengano accertati casi per competenza. Un ambulatorio dedicato è stato attivato presso l’Ospedale S.M.Goretti UOC Malattie Infettive di Latina, per un periodo iniziale di due settimane, dal lunedì al venerdì, ad accesso diretto previa prescrizione da parte dei medici di medicina generale per i casi sospetti dei propri assistiti; l’ambulatorio fornirà inoltre agli stessi medici di medicina generale consulenza specialistica telefonica. In riferimento al blocco delle donazioni di sangue, infine, la Asl RM2 informa che “il Centro sangue della Regione Lazio ha garantito attraverso una sinergia con tutti i centri trasfusionali nazionali l’approvvigionamento delle sacche di sangue necessarie alle attività dei presidi ospedalieri che insistono nel territorio delle Asl Roma 2. La prima consegna avverrà nel corso delle prossime ore così da assicurare la regolare assistenza”.La Asl Roma 2, inoltre, ha avviato con le Associazioni dei donatori Avis Provinciale di Roma e Donatori Roma Est una programmazione di raccolta straordinaria nei territori della Asl Roma 5 e Asl di Frosinone “che hanno già mostrato la massima disponibilità. Tali azioni – conclude la nota della Asl Roma 2 sono volte a cautelare tutti gli assistiti, nell’auspicato e rapido ripristino della normali attività di raccolta del sangue”.
E’ evidente la volontà precisa di tenere il profilo basso e di non seminare il panico. Di questa dolorissima febbre non si muore ma i problemi provocati dalla malattia sono notevoli e pesanti. C’è pericolo serio? C’è una vera e propria epidemia? Assicurano di no, dopo il braccio di ferro sulla disinfestazione tra Regione, Ministero e Comune si è provveduto. Si è partiti in ritardo? Della potenziale crisi pare si sapesse fin da agosto. Problema di migranti? Correlazione con la struttura occupata (e da sgomberare) di Anzio? Bocche cucite.

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