Questione rom fuori controllo, ci risiamo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Questione rom fuori controllo, ci risiamo

 Si può fare finta di niente, si può nascondere la polvere sotto il tappeto e concentrarsi sulle altre emergenze finanziarie e politiche. Ma la questione rom è lì, pronta a scoppiare clamorosamente in qualsiasi momento. Adesso sono i vigili urbani a togliere il coperchio al vaso di Pandora. Al campo di Castel Romano, ove per la Asl Roma 2 c’è il pericolo di epidemie. I bimbi hanno la scabbia, gli agenti non ci vogliono più andare. E allora scatta l’emergenza, i sindacato scendono in campo. All’ultimo controllo del campo sulla Pontina gli operatori avevano i giubbotti antiproiettili, per fronteggiare le aggressioni. Perchè il più grande campo nomadi d’Europa — dove si trova un migliaio di rom appartenenti a etnie diverse — è a rischio epidemia e violenza. E nessuno si prende in carico il problema. Parfe che sia ricominciata una guerra tra clan nell’insediamento di Castel Romano, i segni tangibili sono una quindicina di container – o «moduli abitativi», come si preferisce chiamarli – carbonizzati, bruciati nelle settimane scorse.Ma la Asl teme che la scabbia esploda con virulenza e che l’emergenza sfugga al controllo. Gli operatori avevano segnalato il problema già a fine agost, comunicando alla polizia municipale come le vergognose condizioni dell’insediamento potessero favorire «la proliferazione di roditori, insetti e altri parassiti, con la possibile insorgenza e diffusione di malattie infettive e parassitarie». Ora sono gli stessi capi clan a chiedere auto agli agenti. In Camnpidoglio cadono tutti dalle nuvole e scoprono il problema, anche dopo laa diffida inviata al sindaco, al prefetto, in procura e al Comando generale, da Cgil Funzione Pubblica Roma e Lazio e Cisl Fp Roma Capitale e Rieti, a utilizzare personale del Corpo senza specifici protocolli sanitari, senza dispositivi di protezione individuale (come stivali e corpetti corazzati) e interventi pianificati con un numero di agenti adeguato a fronteggiare aggressioni da parte di chi vive nell’insediamento. I due sindacati segnalano anche come a tutt’oggi non siano stati effettuati gli interventi di manutenzione e profilassi raccomandati dalla Asl fin dal 2015 e che la sicurezza non possa ormai prescindere dalla presenza della polizia. E non siamo nella estrema periferia del mondo, siamo alle porte della capitale e a pochi metri da una delle statali più trafficate d’Italia. Per inciso nei giorni scorsi la polizia locale, direzione Sicurezza Urbana, ha effettuato nuovi controlli all’interno di quel campo nomadi impiegando 10 pattuglie. Gli agenti, appartenenti allo Spe (Servizio Pubblico Emergenziale). L’intervento ha permesso di individuare 4 auto rubate, mentre 5 veicoli sono stati trovati sprovvisti di copertura assicurativa e sono stati tutti sottoposti a sequestro.
Dicono i sindacati che fuori controllo sono anche gli altri campi e ribadiscono che le «innumerevoli attività illecite nei villaggi non possono essere sufficientemente controllate, tantomeno fronteggiate dal solo personale della polizia locale, con un vuoto di 3mila unità a fronte di una pianta organica che ne prevede 8.450, con un’età media di 55 anni». Non dimentichiamolo, in queste condizioni il Comune sta conducendo controlli e censimenti in vista della fantomatica operazione-2 prevista a rigore tra un paio di settimane, quando si dovranno chiudere e spostare alcuni campi e decidere quali rom “virtuosi” avranno diritto di entrare in una sorta di “programma di protezione e di inserimento” fortemente voluto dal Comune e pagato con fondi europei

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