Prigionieri di una mezza maratona - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Prigionieri di una mezza maratona

Apprezzabilissima, condivisibile la manifestazione multi religiosa nell’area del quartiere Prati, ma quando lede la libertà per chi non è interessato di fare altro diventa un vulnus insopportabile. Blocchi, strade chiuse, niente trasporti e niente avvisi. Frustrazione nella frustrazione spuntano dal nulla tutti i vigili urbani che hai invocato invano per una settimana. Fischiata la Raggi (ma dov’è la notizia?). La finalità della corsa: promuovere la conoscenza della ricchezza culturale e religiosa della città, oltre che naturalmente di favorire l’integrazione tra le diverse comunità religiose presenti sul territorio. Sarà servita?

mezzamaratonaLa prossima volta la vadano a fare a Tor Vergata e sul raccordo anulare. E’ una delle vibranti reazioni della gente “nornale” bloccata domenica dalla Via Pacis, la prima mezza-maratona  multireligiosa nata da un accordo tra Roma Capitale e il Pontificio Consiglio della Cultura. Lodevole iniziativa, ma calata con scarso preavviso e pubblicizzazione inadeguata a Prati. Centinaia di macchine prelevate nella notte e portate in un deposito dall’altra parte della città, divieti e blocchi ovunque, mezzi  pubblici sospesi e traffico – perfino quello domenicale – impazzito nella zona. Era proprio necessaria? E’ il vecchio discorso, per dare a te la possibilità di esprimere i tuoi sentimenti e le tue idee in un’area decisamente rappresentativa (S.Pietro e dintorni) togli a me la possibilità di vivere quelle ore in piena libertà. Mi tieni in gabbia, mi blocchi. Al di là della mia adesione ideologica o meno alla iniziativa a Roma capita fin troppo spesso.  E così alla cronaca della mezza-maratona multi religiosa sovrapponiamo la cronaca di una domenica di festa rovinata. Almeno per quella parte della città disinteressata alla manifestazione non informata per tempo di una serie di problemi fortemente penalizzanti. Con una nota polemica in più. A presidiare il territorio decine di vigili urbani,  (domenica, festivo), quegli stessi che quotidianamente invochi e che non trovi mai, quelli che non controllano il traffico e non puniscono rom e lavavetri.  Ma partiamo dal trasporto pubblico: oltre 50 linee dell’ATAC tra autobus e tram deviate o soppresse, senza che alle paline delle fermate ci fosse un avviso o una segnalazione. In Prati alla fermata Barletta/Ottaviano Metro A, ricordiamo un congruo gruppo di persone in attesa dell’autobus  da un sacco di tempo. Nove del mattino, orizzonte sgombro e deserto,  le App sui telefoni non rivelano nessun autobus in arrivo, né i tempi di attesa. Solo andando sul sito di Roma Mobilità si può venire  a sapere che le linee 19, 32, 490, 982, sono deviate per la Mezzamaratona. Inutile aspettare. Qualcuno decide di prendere la metro (ovviamente strapiena); qualcun altro ripiegherà su un taxi (introvabile); qualche altro ancora deciderà di rinunciare o andare a piedi. Tutti gli altri rimangono li increduli. Ad aspettare Godot.  C’è chi si domanda: Perché nessun autobus a via Ottaviano se la maratona passa dal Vaticano? Perché nessun cartello? Per incontrare un mezzo di trasporto bisognerà arrivare fino a Piazzale Flaminio oppure – nel caso di un tram – in via di Belle Arti.
Le strade interessate dalla corsa multireligiosa sono ovviamente interdette e off limits. Ma più di qualcuno si è chiesto se non era il caso di chiudere la strada per il tempo necessario del passaggio dei partecipanti  e poi far passare le auto. Niente anche in questo caso. In Largo Argentina non solo non è possibile spostare la propria auto, ma non riescono ad arrivare nemmeno i taxi. Intere famiglie in ostaggio. Pur apprezzando l’iniziativa, una maratona contro la violenza, il razzismo e la discriminazione, viene da chiedersi se una manifestazione del genere fosse  necessaria. Strade così piene di gente – tra partecipanti e curiosi – non sono  pericolose , in relazione all’allerta terrorismo che incombe  sulla Capitale

E adesso sono doverose due righe sull’altra cronaca, quella della manifestazione, che aveva tra le finalità quella di promuovere la conoscenza della ricchezza culturale e religiosa della città, oltre che naturalmente di favorire l’integrazione tra le diverse comunità religiose presenti sul territorio. L’evento era stato presentato nei giorni scorsi nella sede Rai di via Asiago a Roma, alla presenza tra gli altri del sindaco Virginia Raggi, di monsignor Melchor Sanchez de Toca, del presidente della Fidal, Alfio Giomi, e dell’assessore allo Sport di Roma, Daniele Frongia. Seimila i partecipanti, quattromila in quella non competitiva di 5 Km, tra i quali diversi gruppi delle comunità religiose cristiane, ebraiche, musulmane e valdesi.  La gara è stata vinta da due italiani. Festa, molta partecipazione da una parte, anche se Virginia Raggi è stata da alcuni contestata e fischiata alla partenza della maratona.

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