“Salviamo insieme Roma” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

“Salviamo insieme Roma”

Parla Claudio Pica, presidente della Associazione Esercenti Pubblici Esercizi Roma

Mano tesa al Campidoglio, “Chiediamo finalmente un negoziato per riscrivere le regole amministrative riguardanti l’apertura ed il normale svolgimento dell’attività di pubblico esercizio, le ordinanze per l’occupazione del suolo pubblico con i tavoli esterni, un testo che dia regole certe e definite al settore commercio, agli operatori presenti e a quelli che vi entreranno”. Un errore demonizzare la categoria, “Avrebbe più senso educare nuovi e vecchi operatori all’educazione civica, sanzionare in due tempi le irregolarità minori, dando la possibilità ai gestori di rimettersi in carreggiata, ma punendo in maniera esemplare i recidivi, chi non paga i contributi, chi non emette scontrini”

pedane__sedie_e_tavolini_sui_parcheggi_stradali_Roma è vicina al punto di non ritorno, urgente una presa di coscienza, un cambio di rotta. Il rischio a cui si sta andando incontro non è una capitale assediata, ma una città allo sbando, criticata e bistrattata all’estero, che ancora una volta soffre le sue bellezze, incapace di contenerle ed offrirle, organizzarle in uno spazio armonico, sicuro ed affidabile. I romani patiscono in silenzio, rassegnati, le forze produttive della città cercano di reagire, di imporsi come interlocutori credibili. Non possono dettare le regole ma possono cercare dei compromessi che portino ad uno schema normativo condiviso. Ciò che oggi non è. Protestano gli imprenditori, per niente rassicurati dalla recente strizzatina d’occhio del ministro Calenda di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, si lamentano i negozianti, gli esercenti, gli operatori del turismo. Schiacciati e incompresi. Quello che non va deve essere aggiornato di comune accordo. Dalle regole per l’occupazione del suolo pubblico alla sicurezza notturna di Villa Borghese, dal rispetto dei limiti di velocità sul lungotevere alle norme che regolano l’apertura di un nuovo esercizio commerciale, tutto rientra nel grande calderone dell’immagine che Roma offre di sé ai cittadini, al Paese, all’estero. Si è lavorato molto negli ultimi anni per rivalutare il binomio Roma-Cultura, sarebbe un peccato annacquare i risultati raggiunti perché non si è in grado di rispettare e far rispettare norme e prescrizioni. I blitz nei locali del centro storico hanno lasciato il segno. Evidentemente c’è qualcosa da riscrivere. Come già detto nei giorni scorsi non serve aprire una caccia alle streghe, o insistere in una critica sterile della gestione della “Cosa Pubblica”, perché il problema riguarda tutti e far forza comune è l’unica soluzione, ma ad ognuno il suo. Gli esercenti chiedono l’apertura di un tavolo con l’amministrazione capitolina, “per riscrivere le regole amministrative riguardanti l’apertura ed il normale svolgimento dell’attività di pubblico esercizio, le ordinanze per l’occupazione del suolo pubblico con i tavoli esterni al locale”, insomma, “un testo che dia regole certe e definite al settore commercio, agli operatori presenti e a quelli che vi entreranno, senza creare contrasti normativi tra provvedimenti comunali e regionali”, come dice Claudio Pica, presidente Aeper, Associazione Esercenti Pubblici Esercizi Roma. I cittadini e i turisti chiedono sicurezza, alimentare e sanitaria nei locali, personale per le vie e nei parchi della città, un miglior trasporto pubblico. Alle istituzioni si chiede collaborazione, far rispettare le regole allo scopo di contribuire alla costruzione di una città migliore, non per far cassa. È inutile demonizzare la categoria degli esercenti, multandoli per un lucchetto fuori posto, quando il loro lavoro rappresenta l’8% del Pil romano ed il settore, tra dipendenti ed indotto, dà da mangiare a 145mila persone. Avrebbe più senso educare nuovi e vecchi operatori all’educazione civica, sanzionare in due tempi le irregolarità minori, dando la possibilità ai gestori di rimettersi in carreggiata, ma punendo in maniera esemplare i recidivi, chi non paga i contributi, chi non emette scontrini. Si potrebbe allargare il comparto turistico anche ai ristoratori, agli esercenti che somministrano cibi e bevande, affiancarli agli albergatori, ai tassisti, agli operatori Ncc, alle forze dell’ordine, a chi lavora ogni giorno con la responsabilità di offrire un’immagine di Roma che sia veramente “Caput Mundi”, e non una città degradata. “Siamo parte integrante di un sistema in cui la maggior parte degli operatori sono gente seria che vuole lavorare, vuole avere regole certe, vuole forze dell’ordine che riportino nella legalità chi opera borderline – continua Pica – anche per questo siamo disponibili a confrontarci con tutte le parti, siamo aperti a discutere sulle tematiche di rilancio del turismo a Roma, vogliamo aprire tavoli di lavoro”. Il presidente degli esercenti romani va oltre. Per l’11 novembre ha programmato all’Hilton un convegno sul presente e sul futuro del turismo romano invitando tutti i soggetti istituzionali e le associazioni interessate e coinvolte ad esprimersi in un dibattito aperto e propositivo. “Potrebbe essere l’occasione per mettere le carte sul tavolo e fare un concreto passo in avanti – aggiunge il leader degli esercenti romani – e lancio una sfida attraverso il vostro giornale e a voi direttamente. Organizziamo assieme un convegno a brevissimo sulle problematiche che avete sollevato, sulla crisi del commercio e del turismo romano in una prospettiva più ampia. E vediamo l’effetto che fa.” Sfida accettata.

Gabriele Aluigi

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