ELEZIONI
Ostia, la prima resa dei conti
Si vota per X Municipio dopo il commissariamento
Sarà uno scontro tra donne, una grillina contro una meloniana in rappresentanza del Centro destra intera. Dietro il “reduce” De Luca, a rappresentare un Pd sciatto e trasandato. Nessun big del partito è sceso in campo per sostenere il vecchio moschettiere. Inquietante l’ascesa di Casa Pound. E’ la prova generale per le prossime regionali e politiche. Chi resisterà?
Periferia di Roma, città autonoma? Ostia, X municipio, oltre 15 tra quartieri ha più abitanti di Livorno e Parma, vale quanto Venezia, poco meno di 300 mila persone. Non è né carne né pesce, per volontà politica e per sciatteria. Il pd la considera persa, il M5S la considera cosa sua, il centro destra trova una precaria unità per tentare la spallata. Una resa dei conti dopo il disastro delle comunali, una prova generale per le prossime elezioni. Nove candidati, 16 liste, quasi 400 aspiranti consiglieri per 24 posti. Due anni di commissariamento, dopo le dimissioni del mini-sindaco dem Andrea Tassone e lo scioglimento per mafia, hanno confinato questa città-non-città in una specie di limbo.
toria parallela, in controtempo, dalla quale per la verità i cittadini non sembrano avere speranza di uscire, e sulla quale la politica pare però ansiosa di ballare i suoi tip tap – che ovviamente han poco a che fare col prendere di petto le questioni vere.
Nel 2016 il tasso di partecipazione alle comunali fu del 51 per cento, desolante. I grillini trionfarono col 76 per cento, e proprio per questo adesso sono favoriti, ma rischiano. Il Pd potrebbe anticipare l’inabissamento – un risultato che per la verità sembra cercare: invece di far partire da qui la rimonta su M5S, fa una campagna elettorale quasi impercettibile, ha lanciato in corsa un ex verde che sedeva in consiglio comunale già nel 1990, prima di Tangentopoli. Il centrodestra tenta di consolidare gli equilibri unitari, quelli che mancarono nella corsa per il Campidoglio e che invece serviranno per quella a Palazzo Chigi. Falliranno?
I candidati non sono giganti, ma su Ostia nessuno scommette mai troppo. La candidata M5S Giuliana Di Pillo, ex giocatrice di basket, da vent’anni insegnante di sostegno all’Istituto Fanelli, grillina della primissima ora col Meet up 507 e il movimento civico Ostia che cammina si trova a fronteggiare lo scontento per l’amministrazione Raggi, della quale è stata per un anno la delegata e di cui è, in tutto e per tutto; Monica Picca , candidata presidente di tutto il centrodestra, ma in sostanza espressione di Fratelli d’Italia, che nel 2016 raggiunse il 16% dei suffragi, Forza Italia resta dietro le quinte e il vecchio leaderino Bordoni non rischia., Di Athos De Luca si è detto tutto, si sacrifica per la causa, lui che è in politica da sempre, e che di casacche ne ha cambiate un paio. Ma non ci sono moschettieri a sostenerlo, Renzi si è ben guardato dall’affacciarsi, a Piazza del Nazareno considerano Ostia una realtà da dimenticare. Ma c’è anche una candidatura estrema, quella di Casa Pound. In queste settimane si è vista anche la non dimenticata Nina Moric, a fare campagna elettorale. Il candidato presidente Luca Marsella, si è speso molto in difesa dei diseredati di Ostia, conta di conquistare almeno un paio di consiglieri,. Infine Franco De Donno, già viceparroco della Chiesa di Santa Monica a Ostia che per candidarsi alla guida della lista “Laboratorio civico X” (sostenuta da Mdp, Insieme e Si) ha ottenuto la sospensione a tempo indeterminato dall’attività pastorale. Già responsabile della Caritas locale, una data di nascita evocativa (2 giugno 1946, giorno del referendum che sancì la vittoria della Repubblica), De Donno, per 36 anni sacerdote nel quartiere balneare, vicino a migranti e diseredati. Una candidatura di bandiera. Ostia, così, rischia di non cambiare e di restare in fondo a tutte le classifiche
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