L'INTERVISTA - "Lo Spallanzani accelera e vi spiego come” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

L’INTERVISTA – “Lo Spallanzani accelera e vi spiego come”

Parla Marta Branca, direttore generale dell’Inmi. Archiviato l’anno delle celebrazioni l’Irccs di via Portuense cresce e rafforza il suo ruolo di “sentinella” per le malattie infettive sul territorio. Nel 2018 saranno ristrutturati gli ambienti contigui al Centro di Rianimazione, per realizzare 4 posti letto di alta intensità infettivologica, destinati ad accogliere malati instabili che necessitano di elevata intensità di cura, come i casi di meningiti ed encefaliti, che una volta stabilizzati possono essere ricoverati presso le degenze ordinarie. Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione saranno attivati altri 4 posti letto di Rianimazione e TI, per un totale di 12 previsti, mentre la dotazione di posti letto intensivi è già passata da 5 a 8.

marta-branca-620x330Per l’Irccs INMI Lazzaro Spallanzani di Roma quello che si è appena chiuso è stato un anno particolarmente importante. Apriamo il 2018 con una intervista al direttore generale dell’Istituto Marta Branca. Un bilancio e un discorso di prospettiva

E’ stato un anno ricco di eventi per lo Spallanzani. Un bilancio? 
Abbiamo festeggiato gli 80 anni dell’INMI senza risparmiarci, e sono stati davvero tanti gli eventi e le occasioni di celebrazione per il nostro Istituto. Abbiamo iniziato con la “benedizione” del Presidente della Regione in primavera e in quell’occasione abbiamo donato una targa ricordo agli ex Direttori Generali, Sanitari e Amministrativi che si sono succeduti negli anni. E poi ogni mese abbiamo organizzato almeno due eventi di ogni tipo: la rappresentazione della Peste di Camus e il concerto di Danilo Rea nel parco dell’Istituto, la notte della ricerca con i laboratori aperti al pubblico e i ricercatori impegnati ad accogliere grandi e bambini, la corsa podistica nei viali di Spallanzani, San Camillo e Ares 118, eventi formativi e scientifici su ogni ambito sanitario e di ricerca presente in Istituto – dall’HIV alle epatiti, dalla tubercolosi ai trapianti, dalle tematiche infermieristiche al coinvolgimento dei medici del territorio – e così via, fino a alla giornata mondiale contro l’AIDS del 1 dicembre scorso. Ora ci apprestiamo a realizzare un murales su una parte delle mura perimetrali dell’INMI, dove saranno rappresentati i principali scienziati che si sono occupati di malattie infettive.

Siete struttura di riferimento regionale per quel che riguarda le malattie infettive. Quanto riuscite ad incidere, com’è il rapporto con medici di base, con le ASL?

Lo Spallanzani è sempre stato riferimento principale per le malattie infettive non solo per gli ospedali e i medici di famiglia, che indirizzano qui i loro quesiti e i loro pazienti, ma anche per i semplici cittadini che si rivolgono ai medici della struttura o perché sono stati qui in cura in passato o per una sorta di passaparola rispetto a situazioni di altri conoscenti che qui hanno trovato soluzione ai loro problemi. Nel corso degli ultimi mesi questo ruolo è stato consolidato e la risposta a quesiti urgenti per sospetto di malattie infettive è stato organizzato in uno specifico “Ambulatorio Infettivologico per Priorità”, attivato ogni giorno dalle 14 alle 18, dal lunedì al sabato, per pazienti che presentano il sospetto di una malattia infettiva, magari contagiosa, e che vengono inviati a tale ambulatorio dai medici di Pronto Soccorso della Regione oppure dai medici di famiglia: dal 22 febbraio 2017, quando è stato attivato, ai primi dicembre, ha accolto 1129 pazienti, visitando in media 28 casi di sospetta malattia infettiva a settimana, che hanno portato a ricoverare 279 pazienti, (circa 7 a settimana); negli altri casi sono stati effettuati subito gli accertamenti necessari e i pazienti sono stati rimandati a casa consigliando la terapia necessaria ovvero escludendo che si trattava in realtà di una malattia infettiva. Questa iniziativa evita che questi pazienti stazionino per ore nei Pronto Soccorso, dove viene giustamente data la precedenza a interventi salvavita per malattie tempo-dipendenti; molti pazienti con malattie infettive in atto non hanno inizialmente sintomi gravi ma possono contagiare altri utenti se non vengono isolati. Con questo ambulatorio abbiamo dato ai medici di PS e di famiglia la possibilità di farli allontanare da situazioni in cui potessero contagiare altri, per essere visti dopo poche ore dallo specialista infettivologo della nostra struttura, (anche perché spesso nei pronto Soccorso non esiste uno specialista infettivologo che possa porre tale diagnosi).
Lo Spallanzani è poi in prima linea per rispondere al territorio in caso di malattie infettive emergenti o di vere e proprie epidemie: quest’anno l’Istituto è stato inondato dai moltissimi casi di morbillo e di epatiti verificatisi nella regione, e a settembre dai casi di Chikungunia per la quale patologia abbiamo subito attivato un ambulatorio specifico. Oltre ai sospetti e alle forme acute di malattie infettive, lo Spallanzani svolge un fondamentale ruolo nella cura dei pazienti con malattie infettive cronicizzate: ormai lo sono l’AIDS e le Epatiti grazie alle terapie che tengono sotto controllo la patologia e che i medici di famiglia non potrebbero seguire da soli. Qui i pazienti sono presi in carico per anni, e gli infettivologi che li seguono hanno quale obiettivo di evitare le recidive e le complicanze delle malattie croniche, con controlli periodici durante le terapie e in caso di necessità con ricoveri presso il nostro Istituto; sono perciò un insostituibile alleato del medico di famiglia nella cura del paziente. Da alcuni mesi poi è in atto una ulteriore “alleanza” tra medici dello Spallanzani e medici di famiglia in ordine alla eradicazione dell’epatite C, obiettivo nazionale e regionale, reso possibile dall’efficacia dei nuovi antivirali.

Spallanzani e territorio…
Lo Spallanzani è partner di moltissime strutture regionali, sia per consulenze infettivologiche al letto del paziente per gli ospedali in cui non esiste lo specialista infettivologo, sia per esami diagnostici virologici e microbiologi specialistici, sia per ospitare i pazienti quando necessitano di approcci specifici e dell’assistenza infettivologica continua. E’ presente inoltre un infettivologo 24 ore su 24 che i medici di Pronto Soccorso possono contattare per avere aiuto nella diagnosi e nella terapia dei casi sospetti di malattia infettiva. Sul versante poi dei malati terminali e delle cure palliative, allo Spallanzani abbiamo un Hospice dotato di 8 posti letto e presto di 32 posti di assistenza domiciliare, uno dei pochi pubblici della Regione: nato per i malati terminali di AIDS, oggi, grazie ai miglioramenti terapeutici, accoglie in minima parte questi malati, e invece ospita pazienti oncologici terminali che vengono qui indirizzati da altre strutture oncologiche e anche direttamente dai medici del territorio.

Cosa manca da fare per strutturare meglio lo Spallanzani?
L’ospedale necessita di aumentare le possibilità di accoglienza di pazienti da ricoverare in isolamento respiratorio. Infatti essendosi sviluppato sull’onda dell’AIDS che negli anni 90 era la patologia prevalente, presenta relativamente poche stanze per isolamento respiratorio, necessarie per malattie contagiose che oggi invece prevalgono, come il morbillo, la meningite, la tubercolosi, per non parlare delle malattie tropicali e di quelle di alta contagiosità, che vengono indirizzate a questa struttura specialistica non solo da tutta la Regione Lazio ma anche da altre Regioni. Molte camere di degenza sono inoltre a due letti spesso usate come singole per le esigenze del paziente da isolare, riducendo, di fatto, la possibilità di ricovero per altri. La Direzione ha perciò avviato un percorso di riorganizzazione e di ristrutturazione alla fine del quale le stanze saranno tutte dotate dell’impiantistica necessaria per isolare un paziente respiratorio a pressione negativa; saranno inoltre tutte singole a parità degli attuali posti letto, che devono essere appena possibile incrementati con altri 12 posti letto per tubercolosi (già approvati dalla Regione Lazio), specialmente per accogliere forme resistenti ai farmaci antitubercolari, che sono dispensati unicamente presso il nostro Istituto.
Nel corso del 2017 sono stati già rimodulati i reparti di degenza, attivando 10 posti letto dedicati ad accogliere ogni giorno i pazienti con malattie infettive urgenti richiesti dai Pronto Soccorso della Regione Lazio. Nel 2018 poi grazie ad un finanziamento erogato dalla Regione Lazio, saranno ristrutturati gli ambienti contigui al Centro di Rianimazione, per realizzare 4 posti letto di alta intensità infettivologica, destinati ad accogliere malati instabili che necessitano di elevata intensità di cura, come i casi di meningiti ed encefaliti, che una volta stabilizzati possono essere ricoverati presso le degenze ordinarie. Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione saranno attivati altri 4 posti letto di Rianimazione e TI, per un totale di 12 previsti, mentre la dotazione di posti letto intensivi è già passata da 5 a 8.
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L’immagine conta parecchio anche per lo Spallanzani. Senso di appartenenza di dirigenti e quadri? Livello di presenze sui media? Non ci dovrebbe essere una strategia, una regia?

L’immagine conta se alla base c’è sostanza: e noi di sostanza ne abbiamo. Per questo abbiamo cercato di far conoscere il più possibile all’esterno quanto di buono quotidianamente l’INMI realizza per la ricerca, l’assistenza e la cura in ambito infettivologico. La comunicazione interna ed esterna è molto importante, anche al fine di motivare dipendenti e dirigenti, valorizzando il più possibile la loro attività. Vedere che dello Spallanzani si parla, in termini positivi, che i media danno risonanza alle nostre iniziative, accresce sicuramente il senso di appartenenza e rende il nostro personale fiero di far parte della squadra. D’altra parte a fare comunicazione si impara: per questo abbiamo organizzato alcune giornate di formazione sulle tecniche di comunicazione (compresi i social) per i nostri apicali e prevediamo ancora per il 2018 un ulteriore sviluppo di tutto il settore comunicazione, marketing e ufficio stampa, anche facendoci affiancare da professionisti esperti in tali campi.

Quanto conta di restare in sella?
Spero di essere all’altezza di concludere il mio mandato, che termina ad ottobre del 2019, per realizzare gli obiettivi che, insieme alla Regione, ci siamo posti per la crescita e lo sviluppo dell’Istituto. Personalmente sono grata a chi ha voluto darmi fiducia per ricoprire il ruolo di guida di questa importante struttura e intendo onorare l’impegno preso con serietà, dedizione e passione

Giovanni Tagliapietra

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