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VITERBO – Pasqua: consumi, piccoli esercenti danneggiati dalla grande distribuzione

Pasqua all’insegna dei consumi a rilento, con piccoli esercenti danneggiati dalla grande distribuzione.
Lo rileva la Confesercenti. Ad incidere, sempre secondo l’associazione, sono l’incertezza meteorologica ed anche quella politica, come anche rilevato dall’Istviterbo_gnamat: a marzo la fiducia dei negozi a livello nazionale è ai minimi da tre anni a questa parte. Un peggioramento dovuto in primo luogo al ritorno in negativo delle vendite – calate anche a gennaio del 2,3% – e del timore da parte degli esercenti che si tratti di un trend destinato a proseguire.
La forte concorrenza operata dalla grande distribuzione con l’abbattimenti di prezzi di prodotti pasquali secondo la Confesercenti “danneggia i piccoli e piccolissimi esercizi del commercio. Ma anche per quanto riguarda frutta e verdura sono timide le richieste per i prodotti stagionali, tra cui gli asparagi, mentre ancora viene preferita – dato anche il clima – la verdura invernale. La stessa cosa sta accadendo per la frutta: meglio le arance, navel e tarocco (in crescita queste ultime) e le mele, affiancate da una buona richiesta di fragole, le prime provenienti dal sud Italia, pur avendo sofferto le bizzarrie dei rivolgimenti climatici.

Riguardo, invece, i prodotti tipicamente più pasquali, le vendite non hanno avuto la risposta sperata. In tema di carni, gli acquisti sono decisamente statici al momento per agnello, vitello e maiale. Medesima situazione per i prodotti da forno, settore questo in cui, in particolar modo per colombe e dolci tradizionali, si sconta la forte concorrenza al ribasso di alcuni supermercati dove è possibile acquistarli per pochi euro, utilizzati come prezzi civetta a scapito dell’artigianalità delle produzioni.

Tiene al momento la richiesta e la vendita di uova al cioccolato artigianali, e questo per diversi motivi, tra i quali il periodo di consumo, e cioè la Pasqua. Il mercato italiano del cioccolato vale 1,7 miliardi di euro; e, mentre nel mondo il picco è a Natale, in Italia il consumo si concentra la domenica di Pasqua e a Pasquetta.

Nei giorni successivi, fatto salvo per i bambini, l’uovo di cioccolato non lo vuole più nessuno. Altra differenza poi che caratterizza nel nostro Paese è la crescente preferenza per il fondente – ora il mercato indica un 50% alla pari con quello al latte, anche se la tendenza è in aumento – quando a livello mondiale è quello al latte il più consumato (nei paesi anglosassoni si arriva fino ad un percentuale del 75% sul totale).

“E’ una situazione certamente non piacevole quella che sta caratterizzando, in prossimità di una festività importante – sottolinea Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo – Le vendite della piccola distribuzione tradizionale sono molto più lente del previsto. Incide la concorrenza della grande distribuzione, ma è anche vero che i dati positivi registrati dall’ Istat a gennaio per discount non sono bastati a riportare in positivo il bilancio del commercio. Oltre all’auspicio di un’inversione di tendenza, occorrono misure mirate a sostegno delle attività di vicinato, che ancora scontano gli effetti della crisi”.

Wanda Cherubini

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