Mutazioni genetiche a cinque stelle - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Mutazioni genetiche a cinque stelle

mutazioni-genetiche-m5sAbbiamo avuto la sorte di assistere anni fa al mitico comizio di Beppe Grillo in una piazza San Giovanni strappata al monopolio della sinistra. Parole d’ordine, promesse, tutti i contenuti della rivoluzione grillina. Pathos, entusiasmo alle stelle, la sensazione di essere entrati in una nuova dimensione. Era il nuovo passo, la rivoluzione dove attendere. Abbiamo conosciuto in occasione successive gli esponenti romani del cerchio magico grillino, a cominciare dalla zarina Roberta Lombardi, e la prima pattuglia di guastatori a cinque stelle in Campidoglio, De Vito, la Raggi, Frongia, Stefano. Duri e puri, sbarazzini. Abbiamo avuto rapporti di soddisfazione, in quella fase, anche con la pattuglia dei grillini alla Pisana. Duri e determinati anche loro, sempre a denunciare, a chiedere l’accesso agli atti. Li guidava Barillari, bestia nera dei dg della sanità laziale ai quali cercava sistematicamente di fare i conti in tasca. Poi c’è stata la prima svolta e l’incanto in qualche modo si è rotto. Polemiche, scivoloni, fughe, chiusure mediatiche, muri ideologici. Con il 4 marzo le cose hanno cominciato a cambiare in fretta. Una sorta di mutazione genetica. La Raggi più rilassata ha abbassato le difese, la Lombardi ha scoperto di poter anche sorridere e di poter essere cortese e collaborativa. Ha perso le elezioni, certo. Ma buttandosi alle spalle i pregiudizi ideologici ha deciso di entrare in partita, scoprendo che il Pd Zingaretti non era poi il diavolo che si voleva dipingere. Un po’ come Di Maio ha aperto la mente a interlocutori e rapporti fin qui rigidamente cassati. Meglio essere con un piede dentro il sistema di potere e venire a patti, dialogare, trattare, che restare sull’Aventino. Ma la sorpresa più interessante è la conversione di Davide Barillari, primo candidato presidente a cinque stelle, primo portavoce grillino alla Pisana . Consulente informatico Ibm, 43 anni, si era presentato come un cagnaccio aggressivo, pieno di terribili dossier, è andato per anni a curiosare nei conti delle aziende ospedaliere e degli Irccs della Capitale, sparando a zero sulla politica sanitaria di Zingaretti, sul ruolo di Alessio D’Amato, suo acerrimo nemico. Ora gli interlocutori sono gli stessi, la politica zingarettiana resta quella di sempre, ma Barillari è cambiato, Profondamente, a quanto pare. E’ presidente della Commissione Sanità della Regione (con tutti i privilegi della posizione) teoricamente quel quadrante cruciale della economia regionale è ai suoi piedi, non dovrebbe più avere segreti. E l’esponente grillino ha scoperto improvvisamente che Zingaretti è affidabile, che sulla sua politica si può ragionare. Non è più un nemico giurato, insomma. Interessante evoluzione
CORNELIUS

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