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Strisce blu in Via di San Giovanni in Laterano. L’ira degli Esercenti: «il primo Municipio ignora le nostre richieste»

Claudio Pica (Fiepet Confesercenti): «Altro che tavolino selvaggio e cono visivo! In questo modo si penalizzano i lavoratori»

IMG-20180416-WA0006In via di San Giovanni in Laterano arrivano le strisce blu. Nella famosa strada che dal Colosseo porta a San Giovanni (la gay street) a breve si potrà parcheggiare a pagamento. A nulla sono serviti i recenti incontri tra gli Esercenti del Centro Storico, Polizia Municipale e assessori, per cercare di tutelare una zona ampiamente frequentata da residenti e turisti, soprattutto durante la movida notturna. A nulla sono serviti i progetti e la concreta proposta di pedonalizzazione dell’area per restituire dignità all’intera comunità, garantendo loro un più elevato standard di decoro e vivibilità, tra iniziativa pubblica e impulso privato. E soprattutto i tavoli tecnici promossi dalla questura di Roma a tutela dell’ordine publico contro gli attentati, per la grande presenza di turisti che dalla Basilica di San Giovanni arrivano al Colosseo.

Questo polo archeologico di indiscussa importanza, con la dominante presenza dell’Anfiteatro Flavio, anziché affacciarsi sul verde del Colle Oppio, continuerà a essere caratterizzato da automobili in sosta (e sosta selvaggia), cassonetti strapieni di rifiuti, degrado e disservizi. C’è anche la fermata del tram di ultima generazione, ma il mezzo transita e ferma a troppa distanza dal marciapiede e rende difficile per chiunque la salita o la discesa dal mezzo.

«Siamo senza parole – è stato il primo commento del Presidente Fiepet Confesercenti Roma Claudio Pica – il primo Municipio continua a non ascoltare le nostre proposte e a non dialogare con i pubblici esercizi. Cosa succederà soprattutto ora che andiamo verso la stagione estiva? Altro che tavolino selvaggio, catalogo degli arredi e cono visivo! Che immagine offriamo al turista che è di passaggio per Roma? Domande a cui non otteniamo risposte mentre i vigili continuano a sanzionare gli esercenti che al secondo provvedimento rischiano la chiusura di 5 giorni».

In mancanza di un dialogo reale e di proposte concrete, diventa sempre più necessaria una mobilitazione di piazza che coinvolga esercenti e cittadini, al fine di salvaguardare non solo il lavoro di esercenti e tanti dipendenti (che rischiano di andare a casa e rimanere senza lavoro), ma soprattutto sensibilizzare la popolazione per la tutela di un patrimonio storico e artistico, cuore centro storico di Roma.

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