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Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

UMBERTO I – Come vogliamo il Policlinico del futuro

Il DG dell’azienda ospedaliera capitolina ha incontrato oltre 120 responsabili medici per fare il punto sulla situazione e presentare il piano di rilancio

policlinico-umberto-i11L’azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I ha fama internazionale grazie ai nomi prestigiosi di medici e professori universitari che lo hanno fatto grande. I numeri – 1200 posti letto, oltre 5000 dipendenti, un traffico di 20 mila persone al giorno, un milione di prestazioni sanitarie anno, ecc. – danno di per sé la misura della dimensione e della complessità di questa struttura sanitaria, forse la più grande d’Europa. Ma governarla è un’impresa che ha stroncato diverse carriere, e il direttore generale Vicenzo Panella fatica a gestire la situazione. Nell’incontro con i direttori delle Unità Operative dell’Umberto I, il 16 maggio scorso, il Direttore Generale ha messo a fuoco le necessità di un rilancio dell’Azienda che, come tante altre, è in sofferenza per un disavanzo economico che ha risentito negli ultimi anni di entrate stabili a fronte di costi essenziali – in particolare quelli per farmaci, attrezzature sanitarie e personale – che continuano ad aumentare. Il dg ha parlato di recupero di efficienza con un piano che includa sia una quota di miglioramento dei risultati economici sia una quota di miglioramento degli esiti di salute e ha annunciato che il grande piano di ristrutturazione del Policlinico partirà già durante l’estate con i primi progetti esecutivi approvati. “Dobbiamo posizionare strategicamente il Policlinico nel futuro. E questo è un obiettivo che ha bisogno anche di un lavoro basato sulla collaborazione quotidiana tra Servizio Sanitario Regionale e Ateneo- ha detto Panella – Credo che in un momento del genere, per le esigenze che ha l’Umberto I la qualità di questa relazione, la sinergia tra Sapienza, Regione Lazio e Umberto I sia la prima delle risorse necessarie, forse più importante di quelle finanziarie e di quelle tecnologiche”.

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