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Inmi Spallanzani protagonista alla conferenza mondiale di Amsterdam

Dai ricercatori dell’Irccs romano due sperimentazioni importanti concluse con successo: la dimostrazione dell’efficacia di un regime di combinazione basato su soli due farmaci antiretrovirali rispetto alla classica triplice combinazione che è lo standard di cura da oltre 20 anni e la conferma in modo definitivo che le persone con HIV che assumono una terapia efficace e hanno la carica virale soppressa nel sangue non sono più contagiosi

spallanzani-770x513-660x330 (1)Ricercatori dell’Inmi Spallanzani protagonisti ad Amsterdam dove sono in corso i lavori della 22° Conferenza Mondiale sull’AIDS ed oltre 15.000 delegati provenienti da 160 paesi sono riuniti per ascoltare e dibattere sugli aggiornamenti  sia scientifici e clinici che sociali della malattia.
Due importanti novità sono emerse dai lavori originali presentati in questi giorni. In entrambe le ricerche  l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani IRCCS di Roma è centro principale di sperimentazione in Italia. La prima riguarda la dimostrazione dell’efficacia di un regime di combinazione basato su soli due farmaci antiretrovirali rispetto alla classica triplice combinazione che è lo standard di cura da oltre 20 anni. Nello studio GEMINI, un trial clinico randomizzato controllato con il placebo che ha reclutato oltre 1.400 partecipanti, il regime a due farmaci antivirali sperimentato (dolutegravir+lamivudina) ha mostrato pari efficacia e minori effetti collaterali della triplice combinazione nel gruppo di controllo. Il trasferimento in clinica di questi dati comporterà meno eventi avversi e meno costi per i servizi sanitari a pari efficacia delle terapie oggi in uso.
Il secondo studio, il PARTNER-2, che ha visto sempre i ricercatori dello Spallanzani come capofila in Italia, ha invece dimostrato, in oltre 780 coppie omosessuali siero-discordanti (un partner HIV-positivo ma con carica virale nel sangue controllata dalla terapia e un partner HIV-negativo), l’assenza di episodi di trasmissione all’interno della coppia, in oltre 77.000 rapporti sessuali non protetti dal profilattico. Tali dati confermano in modo definitivo che le persone con HIV che assumono una terapia efficace e hanno la carica virale soppressa nel sangue non sono più contagiosi. I CDC e il WHO parlano esplicitamente oggi, anche grazie a questo fondamentale studio, di “non rischio effettivo”. Un risultato impensabile fino a pochi anni fa, che rappresenta un importante strumento per contrastare l’epidemia e ridurre lo stigma della popolazione portatrice di HIV.

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