Ospedali, il rischio è l' aziendalismo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Ospedali, il rischio è l’ aziendalismo

papa-ospedalesangiovanniPreservare gli ospedali dal rischio «dell’ aziendalismo» mettendo sempre al centro il malato e il processo di cura. È l’ invito rivolto al personale sanitario dell’ ospedale San Giovanni dal cardinale vicario Angelo De Donatis, che venerdì ha visitato il reparto di neurochirurgia e neonatologia del nosocomio e celebrato la Messa in occasione del 60° anniversario dell’ inaugurazione dei nuovi padiglioni della struttura di via dell’ Amba Aradam. Il porporato ha osservato che chi lavora in ospedale a causa dei ritmi frenetici può cadere «nella tentazione di non cogliere il grido di aiuto di chi chiede conforto e consolazione».
Al centro deve quindi esserci sempre la carità che deve portare chi si accosta al malato ad avere «il cuore nelle mani».
Impegno, accoglienza e assistenza costante sono state assicurate dal direttore generale Ilde Coiro: «Nonostante le difficoltà e i sacrifici richiesti negli ultimi dieci anni dal piano di rientro cerchiamo sempre di dare il meglio. I nostri sforzi sono orientati a coniugare risparmi con servizi all’ avanguardia». La cura pastorale dell’ ospedale San Giovanni è affidata all’ ordine dei camilliani. Cinque vivono e svolgono il loro ministero all’ interno della struttura. La sfida alla quale sono chiamati quotidianamente è quella di creare un legame di fiducia con i degenti nei pochi giorni che intercorrono tra il ricovero e le dimissioni. I sacerdoti, ha spiegato padre Germano Santone, sono chiamati a vivere «i segni dei tempi» e a svolgere un lavoro che «richiede assistenza quotidiana non solo nei confronti dei degenti ma anche del personale medico che va costantemente motivato e assistito dal punto di vista spirituale». Gli ha fatto eco padre Antonio Marzano, sottolineando che i cappellani sono chiamati «ad essere costantemente in ascolto per cogliere anche il più piccolo segnale da parte del malato». La parola chiave sulla quale ruota tutta la pastorale della cappellania è la «testimonianza gioiosa» che coinvolge tutti i dipendenti ospedalieri che vivono l’ ambiente di lavoro come «una grande famiglia», ha aggiunto padre Germano. Le iniziative organizzate per il 60° vogliono tutte porre in evidenza una realtà di servizio incentrata su una comunione familiare. Padre Germano esercita il suo ministero al San Giovanni da 5 anni nei reparti di terapia intensiva neonatale e di neurochirurgia. Di quest’ ultimo ricorda il suo primo giorno di servizio che definisce particolarmente «turbolento». Un medico osservò che la sua presenza era superflua. «Mi spiegò che era un reparto molto delicato e che i pazienti non erano disponibili ad ascoltarmi – ricorda -. A distanza di anni ha compreso l’ importanza dell’ assistenza spirituale, apprezza il mio lavoro e siamo diventati ottimi amici». Per il direttore sanitario Antonio Fortino il nosocomio, 750 posti letto e circa 3000 dipendenti, è chiamato a «collaborare e cooperare con le strutture del territorio». Inoltre deve essere al passo con i cambiamenti della medicina «senza perderne la visione umanistica».

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