TOR CERVARA - Effetto decreto sicurezza: sgomberati e denunciati - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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TOR CERVARA – Effetto decreto sicurezza: sgomberati e denunciati

torcervaraKwami, Kofi, Assane, Seydou, Abodou e Mashudu stanno stretti l’uno all’altro con lo sguardo rivolto al palazzo che fino alla mattina è stata la loro casa. Prima ancora era l’ex Comando unità speciali guardia di Finanza di Roma: ieri è stato il primo palazzo sgomberato quest’anno in città. Si trova in via Raffaele Costi, a Tor Cervara.

Polizia e carabinieri sono arrivati ieri alle 9, preceduti da voci che, negli ultimi giorni, si rincorrevano vorticose. Verso mezzogiorno era già tutto finito, con presidi di polizia e carabinieri a ogni ingresso, i locali svuotati, 36 persone portate all’Ufficio Immigrazione, tanti ragazzi in mezzo alla strada, con lo sguardo per aria e una domanda, sempre la stessa – “stasera dove dormo?” – in gola. Molti di loro sono già reduci da uno sgombero, quello di dicembre dell’ex fabbrica di penicillina Leo di via Tiburtina.

“Dove dobbiamo andare adesso?”, si domanda Kwami, ghanese, 52 anni, in Italia dal 1986. “Eravamo già stati cacciati dall’ex penicillina. Non abbiamo pace”.
“La mia roba è rimasta tutta dentro, stamattina non c’ero” dice Mashudu, originario del Senegal, in Italia da 4 anni. “È inutile andare lì, dalla polizia, a chiedere di entrare.

Accanto al palazzo di via Raffaele Costi, c’è un altro palazzo parimenti sgomberato ieri mattina: in realtà uno scheletro, un avanzo suburbano di calcestruzzo, cemento armato e ferro. Si trova in via Cesare Tallone. Anche lì c’è un presidio di polizia e, come nell’altro palazzo, resterà un custode per impedire che venga occupato di nuovo.
Di fronte all’ex Comando della Finanza si trova una delle sedi dell’Agenzia delle Entrate, trasferita da Cinecittà un paio di anni fa tra le proteste degli impiegati sia per la difficoltà a raggiungere il posto di lavoro con i mezzi pubblici, sia per il degrado. Dovuto non certo all’occupazione: ma a una mancanza di manutenzione e decoro che ha dell’incredibile. Di fronte ai due punti di raccolta spazzatura ci sono cumuli spaventosi di “monnezza” che mandano un fetore nauseabondo. L’Ama qui è evidentemente soltanto un miraggio lontano.

“Abbiamo chiesto un accesso agli atti per capire se ci sono gli estremi per un ricorso” spiega Riccardo Bucci, legale di Alterego Fabbrica dei Diritti, che si occupa di tutelare gli occupanti, “perché il palazzo ci risulta di proprietà pubblica. E poi non è stata rispettata la circolare dei preavvisi. Non solo.

Per la prima volta è stato applicato l’articolo 30 del cosiddetto decreto Salvini sulla sicurezza e tantissime persone sono state denunciate. Non è la prima volta che sottolineiamo l’incostituzionalità del decreto sicurezza e in questo senso stiamo valutando di ricorrere alla Corte Costituzionale. E infine conclude il legale – proponiamo una moratoria sugli sgomberi invernali affinché non siano lesi due fondamentali diritti dell’essere umano: quello all’abitare e quello alla salute”.

L’articolo 30 del decreto sicurezza modifica la disciplina del reato di cui all’articolo 633 del Codice penale. Si sanziona con la pena della reclusione da uno a tre anni e con la multa da 103 a 1032 euro chi “invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto”. Il reato è perseguibile a querela della persona offesa, con una pena che arriva i 5 anni se il fatto è compiuto da più di cinque persone. E infatti, spiegava ieri la questura, 31 dei 36 occupanti portati in Ufficio immigrazione “sono stati denunciati per il reato di invasioni di terreni o edifici previsto dall’art. 633 del codice”.

Intanto per venerdì mattina in prefettura è prevista la riunione del Comitato ordine pubblico: ordine del giorno, le novità introdotte dal decreto sicurezza, con un focus sugli stabili occupati abusivamente e perciò nella lista “nera”

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