San Valentino a Roma: tramonti di fuoco e rituali d’amore eterno
Già nel suo nome Roma è città romantica. Basta leggerlo al contrario ed ecco che spunta, anzi sboccia l’Amor. Per questo, e non solo, è naturale sceglierla come “destinazione d’emozione” per celebrare il giorno di san Valentino. Perché di emozioni la Capitale ne regala tante a chi ha lo sguardo da innamorato e ne vede, sempre e comunque, la Grande Bellezza. Al di là delle buche nelle strade, dei rifiuti, del traffico, gli occhi vanno rivolti ai suoi angoli più suggestivi. E rigorosamente al tramonto, quando il cielo diventa un caleidoscopio urbano unico al mondo. È questo il momento ideale per iniziare un itinerario, mano nella mano, nella capitale del cuore.
La passeggiata sentimentale di metà febbraio non puó che prendere le mosse dalle terrazze panoramiche piú famose della città, dal Pincio di Villa Borghese al Gianicolo, dallo Zodiaco di Monte Mario (dove si trova anche il Vialetto degli Innamorati) fino al Giardino degli Aranci all’Aventino dove si può ammirare tutta Roma dall’alto in basso.
Qualche passo e ci si ritrova nel “balcone” forse più suggestivo della Città eterna. Meno conosciuto degli altri, si affaccia sull’anima o meglio il cuore dell’Urbe antica ovvero il Foro Romano e il Palatino, con il Colosseo sullo sfondo. Si trova alle spalle del Campidoglio, dietro Palazzo Senatorio, sede del Comune. Qui se si è particolarmente fortunati, e soprattutto molto innamorati, si può godere di speciali cuoricini che si nascondono fra le nuvole nel cielo capitolino. Oppure se ne possono trovare di carta, rossi come la passione o bianchi come la luce più pura, finiti lì per terra, sui sampietrini, magari come omaggio speciale agli sposini che scelgono di dire sì nelle sale capitoline
C’è poi un altro rito che porta fortuna, e sentimento, che pochi conoscono. Si può fare in una delle piazze più visitate del pianeta: quella che accoglie la Fontana di Trevi. Oltre al famoso lancio delle monetine c’è un altro rituale da portare a termine in una fontanella laterale detta per l’appunto degli innamorati o “dell’amore eterno”. Si trova in basso, alla destra del monumento: una piccola vasca di pietra rettangolare con due cannelli di getti d’acqua che si incrociano.
Realizzata dall’architetto Nicola Salvi per dare la possibilità ai passanti di dissetarsi, deve il suo nome alla leggenda secondo cui le ragazze romane durante la guerra, alla partenza del fidanzato per il fronte, facevano un piccolo gesto perché lui potesse tornare sano e salvo.
Così prima dei saluti andavano in coppia a bere utilizzando dei bicchieri nuovi che poi rompevano. In questa maniera la loro storia sarebbe durata per sempre. Nel giorno di san Valentino un vero e proprio augurio di fedeltà senza fine
Altri rituali decisamente piú moderni son quelli dei lucchetti di ponte Milvio, sulle orme del film di Federico Moccia “Tre metri sopra il cielo”. Dopo anni di amore urbano chiuso a chiave il pesante carico di passione è stato tolto dal ponte simbolo di Roma nord ma i lucchetti ritornano sempre intorno a pali e lampioni. Se ne vedono qua e là in tanti angoli del lungotevere che con la luce del tramonto si fa ancora piú romantico, da ponte Sant’Angelo a ponte Sisto
Non lontano dal Tevere, a piazza Augusto Imperatore di fronte all’Ara Pacis e a un passo da piazza del Popolo, la passeggiata del 14 febbraio si può concludere con un altro rito che unisce tradizione, gusto e sentimento senza confini. Qui, nel ristorante “Il vero Alfredo”, tempio delle fettuccine a doppio burro e parmigiano famosissime soprattutto negli Usa, ci sono dei porta fortuna speciali per chi si ama. Sono le posate d’oro regalate ad Alfredo Di Lelio, inventore del piatto che qualche giorno è stato festeggiato con una giornata dedicata in tutto il mondo
A donarle quasi un secolo fa furono due attori del cinema muto Douglas Fairbanks e Mary Pickford quest’ultima chiamata la “fidanzatina d’America”. Freschi di nozze erano in luna di miele a Roma e il loro fu un grande omaggio alle graditissime fettuccine create nel 1908 da un gesto di grande amore da parte del ristoratore verso sua moglie Ines. Avendo appena partorito il loro figlio lei era un po’ debilitata così, per darle forza, lui si inventó questa pasta energetica e piena d’amore. Le posate custodite, con estrema cura dalla nipote Ines Di Lelio e dalla pronipote Chiara Cuomo, sembra portino molta fortuna alle coppie
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