Tirocinanti a vita protestano - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Tirocinanti a vita protestano

La manifestazione a Roma in piazza Cairoli, martedì 11 giugno alle 9 contro il silenzio del Ministero della giustizia alle numerose richieste di chiarimento e di incontro riguardo le modalità di attuazione del piano assunzionale ripetutamente annunciato e autorizzato dalla legge di Bilancio e dal decreto “quota 100”

startup-photosI c.d. Tirocinanti amministrativi sono lavoratori che provengono da crisi aziendali (ex cassaintegrati, in mobilità, disoccupati) che hanno aderito a tirocini formativi iniziati nel 2010 attraverso convenzioni tra gli uffici giudiziari e le province e regioni d’Italia, finalizzati al reinserimento di questi lavoratori nel mondo del lavoro e a tamponare la gravissima carenza degli organici della giustizia.

Il rapporto è, poi, continuato direttamente con il Ministero della giustizia culminato in una selezione destinata all’inserimento di una parte dei tirocinanti nell’Ufficio per il processo (percorso durato 3 anni con esito positivo) e con esclusione di tutti gli altri, che hanno invece potuto aderire nuovamente a percorsi regionali.

Il rapporto dei Tirocinanti amministrativi dell’Ufficio per il processo con l’amministrazione della giustizia è durato 8 anni, a fronte di un esiguo rimborso spese e senza la corresponsione di contributi previdenziali, ed è terminato il 31 dicembre 2018:

lo stesso Ministro Bonafede lo ha definito “lavoro nero”!

Le prestazioni che l’Amministrazione ha ottenuto grazie a questi tirocini hanno contribuito tangibilmente allo svolgimento delle attività giudiziarie, garantendo in alcuni casi la funzionalità degli uffici. A testimonianza dei risultati molto positivi del lavoro svolto, i Capi degli uffici giudiziari d’Italia hanno scritto reiteratamente alle più alte cariche delle istituzioni statali.

La legge di bilancio 2019, in linea con la prospettiva governativa enunciata in varie sedi, ha autorizzato l’assunzione di personale giudiziario “anche mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento”.

Anche il decreto-legge n. 4 del 2019, in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni (c.d. “decreto quota 100”), ha autorizzato il Ministero della giustizia, dal 15 luglio 2019, ad effettuare assunzioni di 1300 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, anche mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento.

A fronte della previsione di assunzione di 600 operatori giudiziari, annunciata il 2 aprile 2019 dal Ministero della giustizia, vi è una platea di Tirocinanti amministrativi molto più ampia e anche i tempi delle prossime azioni del Ministero della giustizia sono un fattore di serissima criticità per i tirocinanti e per le loro famiglie essendo la disoccupazione la loro dura realtà di oggi.

La situazione necessita di una risoluzione definitiva, affinché non resti vanificato tutto l’articolato percorso formativo compiuto e a dispetto delle risorse finanziarie impiegate, dell’impegno profuso, delle competenze acquisite e delle speranze maturate in questi anni.

Ad oggi i Tirocinanti amministrativi non hanno ricevuto da parte del Ministero della giustizia alcuna indicazione rassicurante sui tempi e sul numero di essi che saranno reclutati ed è stata ignorata ogni richiesta di incontro con il Comitato, né è stata data attuazione alle assunzioni previste dalle leggi sopra richiamate.

Questa mobilitazione intende sollecitare il Ministro della giustizia affinchè dia seguito alle aspettative che, a fronte della situazione che si è descritta, ha esplicitamente suscitato.

Chiediamo la contrattualizzazione di tutti i lavoratori-tirocinanti che hanno maturato i titoli di preferenza di cui all’articolo 50, commi 1-quater e 1-quinquies, del decreto-legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 del 2014, nel rispetto delle norme sul pubblico impiego, attraverso le procedure selettive previste dalla legge di bilancio 2019 e dal decreto c.d. “quota 100”.

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