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Piero Tosi, morto a 92 anni il Premio Oscar che vestì Maria Callas e Anna Magnani

tosi-callasTra i più grandi costumisti italiani e premio Oscar alla carriera nel 2013: è morto oggi a Roma all’età di 92 anni Piero Tosi. Lo ha fatto sapere la Fondazione Franco Zeffirelli, ricordando la lunga amicizia che lo legava al regista fiorentino. Quella di Tosi fu una carriera sfavillante, allievo del pittore Ottone Rosai, collaborò con i più grandi registi italiani, storico costumista di Visconti e una vita dedicata al suo lavoro.

Piero Tosi nasce a Sesto Fiorentino nel 1927, si diploma all’Accademia fiorentina Di Belle Arti, a 20 anni è già costumista teatrale, a Firenze, per “Il candeliere” diretto da Franco Enriquez. Passa poco tempo ed è a Roma, convocato da un altro toscano, Franco Zeffirelli. Sarà lui a presentarlo direttamente a Luchino Visconti. Il primo lavoro che Visconti gli assegna è “Troilo e Cressida”, che Tosi allestisce al Giardino di Boboli ad appena 22 anni.

Visconti fa conoscere a Tosi il cinema nel 1953 con “Bellissima”: il costumista deve darsi da fare con il realismo e l’immagine iconica di Anna Magnani. Nasce così lo stretto sodalizio, umano e artistico, tra Toti e Visconti, che collaboreranno insieme a ben 12 opere cinematografiche, ma anche nel teatro e nell’opera lirica, da “Macbeth” a “La sonnambula”.

Il costumista lavora anche con Mauro Bolognini per un’altra dozzina di lavori da “Il bell’Antonio” a “Metello”. E poi raccoglierà l’eredità viscontiana insieme all’amico Franco Zeffirelli per “La traviata” e “Storia di una capinera”, ambedue rivisitati con in chiave cinematografica.

Nel suo curriculum ci sono anche tanti altri nomi importanti, come quello dell’esordiente Franco Brusati (“Il padrone sono me”, 1955), ma anche Risi, Monicelli, Comencini, De Sica, Pietrangeli, e ancora Castellani, Matarazzo, Camerini. C’è poi il suo straordinario incontro con Pier Paolo Pasolini per “Medea” nel 1969, per cui vestì Maria Callas, e quello con Liliana Cavani a cominciare da “Il portiere di notte” nel 1974.

Nel 1964 lavora con Lina Wertmuller per il “Giornalino di Gian Burrasca”. Sarà proprio lei, chiamata alla direzione del Centro Sperimentale di Cinematografia, a volerlo nel 1988 per insegnare la sua arte. È così che Tosi condensa la sua lunga esperienza in fantastici atelier di recitazione in costume per i quali passano tutti i nuovi volti del cinema. Ogni abito è una ricerca filologica, ogni reinvenzione è una storia.

La sua ultima creazione risale al 2009, con il cortometraggio “Omaggio a Roma” diretto da Zeffirelli. Sulla bacheca: tre David di Donatello, 8 Nastri d’Argento, due Bafta Awards (gli Oscar inglesi), un premio a lui intestato (al Bi&Fest di Bari dal 2009) e 5 nomination all’Oscar prima della statuetta onoraria decisa nel 2013. Tra il 2014 e il 2015 Palazzo Pitti gli ha dedicato una mostra permanente dei costumi più belli, tra cui il vestito di Angelica per “Il Gattopardo”. Pippio Zeffirelli, figlio del regista, ha ricordato piero Tosi come “uno dei più grandi costumisti al mondo”.

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