Terremoto Centro Italia, tre anni fa il sisma: tra ricordo e attesa per la ricostruzione - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Terremoto Centro Italia, tre anni fa il sisma:
tra ricordo e attesa per la ricostruzione

Il 24 agosto 2016 la terra trema tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Le vittime sono 299, migliaia gli sfollati: tra i centri più colpiti Amatrice e Accumoli. Ma il ritorno alla normalità va ancora a rilento. Intanto procedono inchieste e processi per alcuni crolli

amatrice-2019Sono le 3.36 della notte del 24 agosto 2016, quando un potente terremoto scuote il Centro Italia (LO SPECIALE). Il sisma è di magnitudo 6.0 e colpisce i territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Il bilancio è gravissimo: 299 i morti in totale, 365 i feriti e decine di migliaia gli sfollati a causa del crollo di abitazioni e palazzi. I paesi più colpiti sono Amatrice, nel Lazio, dove muoiono 237 persone, Arquata del Tronto, nelle Marche, dove perdono la vita in 51 e Accumoli, nel Lazio, dove muoiono in 11. Nella memoria collettiva rimane la frase dell’allora sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che in quelle ore drammatiche sintetizza così quanto successo: “Il paese non c’è più”. Circa due mesi dopo, il 26 e il 30 ottobre, la terra trema ancora: due nuove forti scosse di terremoto colpiscono ancora il Centro Italia, in particolare il confine tra Umbria e Marche, ma non provocano vittime. In totale, attesta la Protezione Civile nella documentazione inviata all’Unione europea, i danni causati dall’intera sequenza sismica vengono quantificati in quasi 24 miliardi di euro.

La prima scossa avviene alle ore 3:36 e 32 secondi con epicentro nel comune di Accumoli. Dopo meno di un’ora, alle 4.33, un’altra scossa di magnitudo 5.3 fa tremare Norcia, la cittadina di San Benedetto. Dopo poche ore, le immagini dall’alto dei Vigili del Fuoco mostrano tutta la devastazione provocata dal sisma. Interi borghi dell’Appennino ridotti a macerie. Il territorio dell’Appennino centrale colpito dal terremoto coinvolge 4 regioni – Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio – 10 province, 138 comuni e un territorio di circa 8.000 chilometri quadrati. I comuni più colpiti sono Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. Interi nuclei cittadini vengono distrutti. In alcuni centri abitati la terra si alza o si abbassa per decine di centimetri: ad Accumoli il suolo scende di 20 centimetri, a Castelsantangelo sul Nera di 18, a Norcia addirittura di 70. Inizialmente 4.800 persone devono lasciare le proprie case, ma in seguito alle nuove scosse di ottobre il numero delle persone assistite sale a oltre 30mila.

Il 26 e il 30 ottobre nuovi violenti terremoti interessano il Centro Italia, in particolare il confine tra Umbria e Marche. La scossa del 30 ottobre – di magnitudo 6.5 – è la più forte in Italia degli ultimi trent’anni, spiega l’Ingv nel suo rapporto di sintesi sul sisma: il numero delle persone fuori casa – così come i danni – cresce esponenzialmente, ma non si registrano vittime. Dall’inizio dello sciame sismico si contano oltre 92mila scosse, di cui 9 di magnitudo pari o superiore a 5. Lo stato di emergenza dichiarato dal governo il 25 agosto 2016 viene prorogato al 31 dicembre 2019 e la gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione prorogata al 31 dicembre 2020.

Per gestire l’emergenza, il governo predispone alcuni strumenti legislativi. Su tutti, il decreto legge n.189/2016 che disciplina “gli interventi per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici del 24 agosto 2016”. Si fonda su uffici speciali per la ricostruzione, uno per ogni Regione in collaborazione con gli enti locali, e su un Fondo per la ricostruzione del ministero dell’Economia e delle Finanze. Nella legge di Bilancio 2017 vengono stanziati in totale più di 7 miliardi di euro per interventi. Il 1° settembre 2016 il presidente del Consiglio Matteo Renzi nomina commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, che aveva già ricoperto questo incarico a seguito del terremoto dell’Emilia del 2012. Nel settembre 2017 gli succede Paola De Micheli, in quel momento sottosegretaria all’Economia. Un anno più tardi il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio nomina come nuovo commissario il geologo e accademico Piero Farabollini.

Per far fronte all’emergenza abitativa dopo il sisma, e dopo la graduale chiusura delle aree di accoglienza allestite dopo il terremoto del 24 agosto, vengono realizzate aree container in Umbria e Marche: sostituiscono le tende, impossibili da attrezzare a causa delle condizioni meteorologiche del periodo autunnale e invernale in arrivo. Successivamente, e dopo i terremoti di ottobre e gennaio, per garantire sistemazioni di lungo periodo ai cittadini con casa inagibile o in zona rossa nei comuni maggiormente colpiti, vengono predisposte le Sae – Soluzioni abitative in emergenza: casette di 40, 60 e 80 metri quadri per gli sfollati. Secondo il rapporto della Protezione civile dell’agosto 2018 sui numeri del sisma – l’ultimo disponibile – sono state completate 3.615 soluzioni abitative, pari al 99,40% di quelle ordinate.

Insieme al dolore ancora vivo per il prezzo altissimo pagato in termini di vite umane, i piccoli borghi del Centro d’Italia, un tempo segnalati tra i più belli del Paese, attendono una ricostruzione che tarda a decollare. In alcune frazioni di Amatrice e Accumoli, infatti, il tempo sembra essersi fermato. Come raccontato nel reportage di Sky TG24 “Amatrice, il borgo tradito”, la ricostruzione è ancora lontana. Su questo fronte sono un’ottantina gli interventi di ricostruzione pubblica (scuole, ospedale, opere di urbanizzazione, dissesti, chiese, caserme e municipi) in fase di progettazione per oltre 120 milioni di euro. Ad Amatrice le prime gru sono comparse da tempo e sono in corso i lavori dei primi grandi condomini privati e dell’Albergo “Il Castagneto”. La rimozione macerie è quasi ultimata, ma rischia di fermarsi. La Diocesi di Rieti sta lavorando per rimettere in piedi 70 chiese danneggiate dal sisma. Attualmente sono stati completati 40 interventi, altri 15 sono in progettazione, 5 in esecuzione e 10 in fase di inizio lavori.

A denunciare la lentezza della ricostruzione è anche “Osservatorio Sisma”, promosso da Legambiente e Cgil: “A tre anni dal primo evento sismico del 2016, la macchina della ricostruzione procede a singhiozzo e cammina troppo lentamente. Tanta, inoltre, la confusione”, afferma. E denuncia anche la “mancanza di trasparenza delle informazioni”. L’Osservatorio aggiunge che “oltre a continue polemiche, rimpalli di responsabilità e inefficienze tra livelli istituzionali, strutture commissariali e professioni tecniche, il numero dei progetti presentati dai cittadini per ricevere il contributo testimonia che il cambio di passo non c’è stato”. Secondo l’Osservatorio, su circa 73mila edifici dichiarati inagibili, le domande dei cittadini per il contributo sono circa 10mila (poco più del 13%) e presso le Casse Edili i cantieri avviati negli ultimi mesi sono poche centinaia. Problemi, per l’Osservatorio, anche sulla gestione delle macerie: le Marche all’inizio di luglio hanno lanciato un allarme pubblico sul rischio di sospendere la raccolta delle macerie per la mancanza di fondi disponibili da parte del governo. Mentre in Umbria sono passati otto mesi in cui la raccolta delle macerie si è fermata per incomprensioni tra il Commissario e la Regione.

Nel frattempo proseguono anche le inchieste e i processi. Al Tribunale di Rieti è in corso il dibattimento per i crolli delle due palazzine ex Ater di Largo Sagnotti ad Amatrice e per il crollo della torre campanaria di Accumoli. Udienza preliminare in corso per il crollo della palazzina ex Ina Casa, sempre di Largo Sagnotti. Tra gli indagati per i crolli delle palazzine di Largo Sagnotti c’è anche l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, insieme ad altri 7. È nella fase delle indagini preliminari l’inchiesta sul crollo del convento Don Minozzi di Amatrice, dell’Hotel Roma e di un’abitazione di corso Umberto I. Andrà a breve in dibattimento, invece, l’inchiesta sul crollo del B&B della frazione di Saletta.

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