AUGURI ALLA METROPOLITANA CAPITOLINA - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

AUGURI ALLA METROPOLITANA CAPITOLINA

Sono 40 le candeline che, la rete metropolitana romana conosciuta come “Linea A”, ha spento lo scorso 16 febbraio 2020.

Correva l’anno 1980 e, alle ore 5,30 del mattino di un freddo febbraio, ecco muoversi il primo convoglio sulla tratta Cinecittà-Ottaviano. Presente all’inaugurazione l’allora Sindaco Petroselli. La stazione di Anagnina (uno dei due attuali capolinea) venne aperta pochi mesi più tardi.

Il parco-treni era formato da 152 motrici, accoppiate in unità di trazione costituite da due veicoli. In parole più semplici, vi era una motrice di testa, cui seguiva un’altra locomotiva girata rispetto al senso di marcia, una carrozza (non motrice), un locomotore attaccato in senso di marcia ed infine la motrice di coda. Cinque carrozze in tutto. La cabina vedeva una plancia (quadro strumenti) rigorosamente analogica, con il “Throttle control” ovvero la leva di accelerazione/freno che spiccava per la sua grandezza. Il tachimetro aveva come fondo-scala, ovvero come ultimo numero di velocità segnato, 80 Km/h.

Vennero impiegati i convogli MA100 costruiti dalla Breda Costruzioni Ferroviarie (serie MA001-MA152) di colore arancione. Le carrozze non erano attaccate fra loro, in termini di passaggio interno (come l’attuale treno di colore bianco).

All’avvio la linea A contava 21 stazioni, per circa 14 km di tracciato. Ciò permise di raggiungere il Centro cittadino in un terzo del tempo fino a quel momento impiegato dai mezzi di superficie.

Il biglietto della corsa, valido per un viaggio, costava 200 lire mentre l’abbonamento mensile per le due linee (A e B), 4.500 lire. Con 5.000 era possibile acquistare un abbonamento mensile per la linea A, la linea B ed una linea Atac di superficie.

metroaMolto tempo dopo, negli anni ’90, vennero aperti i cantieri per prolungare la tratta da Ottaviano a Battistini. I lavori richiesero ben dieci anni di tempo con tutta una serie di problematiche legate alle vibrazioni e alla stabilità degli edifici, soprattutto in zona via Candia e Baldo degli Ubaldi. Il 29 maggio 1999 entrò in servizio il tratto da Ottaviano a Valle Aurelia, con la stazione intermedia di Cipro, mentre il 1º gennaio dell’anno successivo venne attivata la restante tratta fino a Battistini, con le stazioni intermedie di Baldo degli Ubaldi e Cornelia

Nel frattempo, i convogli MA100 vennero sostituiti con gli MA200 sempre arancioni e dal disegno un po’ più moderno ma non ebbero lunga vita. Ben presto infatti, nelle gallerie sotterranee apparvero i nuovi treni MA300, tuttora in uso, di colore bianco e con “l’accoppiatura permanente” tra un vagone e l’altro in modo da consentire il passaggio delle persone all’interno del medesimo convoglio. Le MA300 hanno solo due motrici (di testa e di coda) mentre le altre carrozze sono semplici vagoni. Il pannello di controllo è digitale, e vede integrati monitor collegati alle telecamere poste su ogni vagone per verificare quel che avviene durante il percorso.

Anche il deposito presso Osteria del Curato (zona Anagnina) è stato da alcuni anni modernizzato: sono sorti nuovi impianti di controllo per l’alimentazione elettrica, depositi per il ricovero delle vetture, un tracciato ideato per permettere la “girata” dei treni e quant’altro.

Certo, 40’anni sono importanti ma sono anche ben poca cosa se pensiamo a linee metropolitane europee come quelle di Londra e di Parigi (solo per citare due capitali estere). La cosiddetta linea B, venne invece ideata durante il ventennio Fascista ed è stata, fino al 1980, l’unica via sotterranea di trasporto romana.

Una concezione moderna in un’epoca per noi lontana ma basta guardare la fermata di Termini per rendersi conto dell’ampiezza delle gallerie su quella tratta e la differenza con quelle della linea A.

Comunque sia, per tutti gli appassionati del mondo ferroviario e del trasporto in generale ed anche per i “semplici” utenti, vogliamo ricordare che alcuni mezzi storici dell’ATAC sono visibili presso il Polo Museale sito accanto alla stazione metro di Piramide (Linea B). Chissà se un giorno anche i convogli metro, specialmente MA100 ed MA200 saranno esposti al pubblico.

Per il momento Auguri, con la speranza che nuove linee sotterranee si possano realizzare per portare Roma al pari delle altre Capitali europee.

Stefano Boeris

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login