LA VIA CRUCIS 2020: UN CALVARIO CHIAMATO COVID-19 - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

LA VIA CRUCIS 2020: UN CALVARIO CHIAMATO COVID-19

papa_via_crucis_san_pietro_detenutiIl Venerdì Santo è forse il momento più toccante e doloroso che noi Cristiani siamo chiamati a vivere prima di gioire della Resurrezione di Nostro Signore che un giorno sarà anche la nostra.

La Croce, portata da fedeli di ogni razza, età, sesso, professione rievoca il calvario che 2000 anni fa Gesù visse affinché l’umanità tutta potesse salvarsi (Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità […] per le sue piaghe noi siamo stati guariti. (Isaia 53,5)).

Oggi, nell’anno 2020, l’intero pianeta è colpito da una pandemia che ha fatto e purtroppo continua a fare decine di migliaia di vittime. Questo nemico, invisibile all’occhio umano ma non al microscopio elettronico si chiama COVID-19; un virus che si sta dimostrando più forte di ogni esercito, più pericoloso di ogni criminale e più subdolo di ogni mente diabolica.

A causa di questa entità biologica la nostra vita è cambiata radicalmente: strade, negozi, rapporti umani sono stati ridimensionati come mai avremmo immaginato. Una chiusura che racchiude in sé paura e sicurezza.

Ma c’è forse un momento che, molto probabilmente, ci ha portato a riflettere ancor più intensamente: la Via Crucis a porte chiuse sul sagrato della Basilica di San Pietro. Era dal 1965 che lo svolgimento avveniva presso il Colosseo. La prima, a titolo di cronaca, fu celebrata nel 1750 da papa Benedetto XIV. Con l’Unità d’Italia si perse la tradizione. Giovanni XXIII riportò il rito nell’anfiteatro Flavio nel 1959 ma solo per quell’anno. Fu Paolo VI a riprendere la tradizione, proprio nel 1965, e da allora tutti i Pontefici hanno celebrato lì sino a questo giorno.

Immagini che hanno fatto il giro del mondo di una piazza deserta, illuminata da fiaccole che segnavano il percorso che avrebbe dovuto fare la Croce, prima di giungere nelle mani del Santo Padre. Decine e decine di piccoli fuochi attorno all’Obelisco e lungo il sagrato fino a giungere alla struttura in metallo da dove Papa Francesco ha pregato per il mondo intero.

Ciò che viene alla mente, rivedendo quelle immagini e sentendo quelle parole è forse il momento dell’ultima tentazione a cui Gesù fu posto: la possibilità di scendere dalla Croce.

Il riferimento è legato all’episodio del cosiddetto Buon Ladrone, il primo Santo della Storia. Gesù, posto in mezzo a due malfattori, anch’essi inchiodati sulla croce, venne tentato da Satana che, incarnato nella figura di uno dei ladroni gli disse: “Se sei veramente il Figlio di Dio, scendi dalla Croce, salva te stesso e noi!”

A tale provocazione, l’altro brigante rispose: “Taci! Noi abbiamo sbagliato e meritiamo tutto questo ma Lui no, non ha fatto niente”. E rivolgendosi a Gesù disse: “Signore, ricordati di me quando sarai nel Tuo Regno”.

In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso” fu la risposta di Nostro Signore.

Ebbene, in un contesto così difficile e doloroso come quello che stiamo vivendo, siamo chiamati ancor di più a scegliere quale via percorrere: ognuno di noi può decidere quale malfattore essere, se quello che neanche davanti alla morte o comunque al pericolo si redime o colui che, dopo innumerevoli sbagli e in punto di morte, ha il coraggio di rimettere in discussione tutta la sua vita e pentirsi degli errori fatti.

Ci sono ancora sacche di popolazione che, incuranti delle misure di sicurezza attuate per il bene di tutti, vivono questo momento con estrema superficialità, certi di essere immuni al virus ma in realtà sottoponendo sé stessi e gli altri ad un pericolo che può essere anche mortale. Una forma di disprezzo della vita, unita ad un grande egoismo: “salva te stesso e noi!”.

La Piazza più famosa al mondo completamente vuota deve farci riflettere sulla gravità del momento e al tempo stesso farci capire che quelle fiaccole accese rappresentano il percorso da seguire. Una strada fatta di rispetto per noi stessi e per gli altri; un tracciato difficile, com’è difficile il dover stare a casa nel pieno della primavera e con giornate sempre più limpide e lunghe ma se vogliamo confidare che anche momenti come questo concorrono al bene comune, cerchiamo di prendere esempio da questa Via Crucis, destinata ad entrare nella Storia, fatta di silenzio, dolore ma anche tanta speranza.

Stefano Boeris

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login