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Caso Orlandi, la famiglia si oppone all’archiviazione

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La famiglia di Emanuela Orlandi dice no all’archiviazione del procedimento relativo al caso dei resti ritrovati presso il cimitero Teutonico. Lo fa con una nuova istanza presentata questa mattina al giudice unico dello Stato della Città del Vaticano. L’avvocato della famiglia Laura Sgrò chiede che venga ascoltato il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi e che si proceda con l’acquisizione della documentazione integrale dell’attività svolta dall’ufficio del Promotore con copia dei filmati dell’attività peritale.

La famiglia Orlandi ha deciso, inoltre, di procedere con accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi presso la Gendarmeria.

“In primo luogo perché – motiva l’avvocato Sgrò – dopo l’apertura del vano sottostante la tomba della Principessa Sophie von Holenhole, indicata alla difesa come luogo che custodiva i resti di Emanuela Orlandi, è apparso chiaro a tutti che la via più accessibile al vano non era affatto quella praticata dagli operai ma che sarebbe bastato spostare la lastra di marmo posizionata accanto alla tomba per averne immediato accesso”.

Le conclusioni “non sono condivisibili. Non è possibile, per l’antropologia forense, escludere ‘nella maniera più categorica’ una datazione basandosi solo su una analisi ottica dei reperti”, contesta la difesa.

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