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All’Alexanderplatz i Baraonna accendono la serata e presentano “4”

3Quattro”, è questo il numero portafortuna del gruppo vocale dei “Baraonna”. Portafortuna perché in questa cifra è racchiuso il titolo dell’ultimo cd, il nome del singolo e la loro formazione che ogni volta risulta essere vincente da un punto di vista canoro e scenico.

Vito Caporale (che oltre ad essere una delle quattro voci è anche il pianista del gruppo), Daphne Nisi, Eleonora Tosto e Delio Caporale, ormai di casa all’Alexanderplatz (lo storico locale che ha ospitato i più grandi jazzisti del mondo come Etta James e che, da pochissimi giorni, ha aperto un locale a Bruxelles), hanno presentato alcuni brani facenti parte dell’album “Quattro” oltre a grandi successi riarrangiati per dare alle singole voci un valore assai elevato.

Quattro” ma anche, “Il terzo fuochista”, “Stella”, “I giardini d’Alhambra” (brano portato a Sanremo nel 1994 e vincitore del premio della critica, del Premio per il Miglior Arrangiamento e poi del Premio Popolarità TV), Matera (pezzo scritto in onore della città che nel 2019 è stata nominata Capitale della Cultura) e Minuetto (il capolavoro di Franco Califano e Dario Baldan Bembo portato al successo dalla grande Mia Martini) sono alcuni titoli delle canzoni magistralmente interpretate dal quartetto.

All’interno delle due ore circa di spettacolo il Gruppo ha dato spazio anche a due promesse della canzone italiana ed internazionale: Lorenzo Lisi, in arte “Pgreco” e Chiara Pastò. I due giovani cantanti, visibilmente emozionati, hanno presentato i loro rispettivi brani: “Cento Mostri” (Pgreco); “Dove sei” (dall’album “The other girl”) e “Cry me a River” (Chiara Pastò).1

Il pubblico presente ha apprezzato molto questi Artisti che sono riusciti in un’impresa non facile, considerando l’importanza di quel palcoscenico. A loro un grande in bocca al lupo per gli ultimi lavori e quelli futuri.

Un appuntamento, quello con i “Baraonna” che è sempre gradito segnare in agenda; oggi più che mai sentiamo il bisogno di ripartire e di farlo con la Musica vera. Sono troppe, e non ci stancheremo mai di scriverlo, le canzoni che vengono fatte passare come “capolavori” ma che in realtà sono frutto di arrangiamenti geometrici e programmi appositi che “aggiustano” (e non poco) la voce del/della cantante.

Il quartetto invece da prova della propria professionalità attraverso un gioco di voci che si intrecciano dando vita ad armonizzazioni che, possiamo dirlo senza timore di smentita, pochi Artisti sarebbero in grado di fare.

Avanti tutta dunque e al prossimo spettacolo!

Stefano Boeris

 

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