In attesa della prevedibile stretta a Roma si corre ai ripari - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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In attesa della prevedibile stretta a Roma si corre ai ripari

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Di Paolo Dordit

Le immagini dello scorso week end hanno lasciato il segno, se i romani non ci arrivano da soli ci pensa il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Quello che è accaduto a Ostia, sulle spiagge, in via del Corso rappresenta una offesa al buon senso e un pericolo reale per la collettività. Non si potrà ripetere, arriva una direttiva chiara e diretta. Gli assembramenti verranno impediti ad ogni costo. L’obiettivo della Prefettura, almeno per il momento, non è quello di chiudere le piazze ad un numero determinato di persone, bensì di operare secondo moduli di contenimento dinamici che dovranno tener conto della specificità dei luoghi perché una cosa sarà organizzare il servizio in via del Corso, l’altra è il lungomare di Ostia dove, per esempio, anche l’incognita meteo, nel caso del litorale per esempio, gioca un ruolo fondamentale. Tra le prime misure vagliate ci potrebbe essere allora la possibilità, per quanto riguarda Ostia, via del Corso, i parchi e le ville, di possibili chiusure e transennamenti anche in tempo reale, in base agli afflussi così come avvenuto nei mesi passati.  Resta da vedere quanti uomini verranno occupati e come. Linea morbida e non aggressiva, ma decisa, il bene comune viene prima di altro. Nel frattempo restano invariate le limitazioni anti-movida: a Campo de’ Fiori, piazza Trilussa, piazza Madonna dei Monti, via del Pigneto e via Pesaro. Il transennamento parziale di queste quattro aree, controllate a vista da forze dell’ordine e vigili urbani, è attivo fino alle 22, quando scatta comunque il coprifuoco certificato dall’ultimo Dpcm.  Impossibile stabilire se tutto questo sarà sufficiente, se servirà ad arginare il contagio. La cittadinanza aveva reagito con maggiore disciplina questa primavera, oggi i segnali confusi e contradditori non aiutano e il ritardo con il quale si è mosso il sistema ha fatto il resto. In città c’è meno gente in giro, ma il traffico continua ad essere consistente, gli assembramenti, pur di minore entità, si registrano ancora e le forze di contrasto non sono efficaci fino in fondo.

Sul versante sanitario la situazione resta molto complessa, la pressione sugli ospedali è fortissima, gli episodi terribili raccontati dai media possono avere una loro spiegazione ma sono documentati, non c’è scampo. IL sistema non ce la fa più, non basta la chiamata alle armi di camici bianchi e operatori sanitari, quello che non è stato fatto prima ricade addosso sull’intera collettività. La guerra dei tamponi non conosce soste, le file ai drive in sono calate da quando si può prenotare il test, ma il problema nasce quando il responso tarda ad arrivare, ed è quel che accade nel cento per cento dei casi salvo raccomandazioni autorevoli. Sembra che molti utenti, non ricevendo risposte, si presentino al Pronto Soccorso e ripetano l’esame senza dire nulla ai sanitari. Negli ospedali più grandi, come l’Umberto I o il San Camillo, i sanitari hanno ravvisato l’accesso di persone anche senza sintomi che hanno preferito recarsi (erroneamente) al pronto soccorso piuttosto che prenotare una prestazione al drive-in dopo essere entrati in contatto con un positivo. S. e ci fosse un registro regionale sulle persone tamponate, sarebbe possibile avere un quadro della situazione aggiornata per ogni utente. Ma siamo nel mondo dei sogni. Intanto i contagi viaggiano su una media di duemila al giorno mentre i decessi aumentano.

Inutile parlare delle scuole, situazione congelata con centinaia di positivi. Resta in scaletta il problema dei  trasporti, un punto dolente della situazione. Da lunedì 9 novembre è partito un nuovo potenziamento del trasporto pubblico locale, per evitare gli affollamenti come avviene su metro e bus, sono operativi dai bus Gran Turismo che copriranno alcune tratte. Una settantina i mezzi utilizzati, seicento corse al giorno sulle tratte più impegnative. Il biglietto è lo stesso, non ci sono costi aggiuntivi e questi autobus fanno le stesse fermate che avrebbe fatto un bus di Atac. Questa immissione di “sangue fresco” servirà ad alleggerire la situazione?

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