“Si dice che la prima qualità di un bravo capo sia saper scegliere i collaboratori – ha commentato su Twitter Carlo Calenda – Raggi ha licenziato 2 vicesindaci, 17 assessori, un capo di gabinetto, un capo del personale, 6 tra alti dirigenti e dirigenti in Acea, 7 in Atac, 5 in Ama. Gli ultimi a fare le spese di questo incessante turn over sono stati il Vicesindaco Luca Bergamo e l’assessore al Commercio Carlo Cafarotti. Ma tra “pochi mesi – ha sottilineato il leader di Azione – potremo licenziare lei”. C’è chi ha puntato l’indice sull’opportunità, a quattro mesi dalla scadenza del mandato, di fare l’ennesimo rimpasto di giunta. Per Riccardo Magi, deputato di +Europa “dimostra quanto la sindaca sia concentrata solo sulla campagna elettorale” quando invece farebbe bene “a lavorare alla crisi di Roma e al suo rilancio”. D’altra parte, ha sottolineato il Radicale, “i romani neppure si stupiscono più quando viene cacciato l’assessore al Commercio e Turismo durante la più grande e grave crisi di questi settori, nè si stupiscono quando si riempiono gli assessorati di fedelissimi dando il benservito ai curricula e alla competenza”. Non si sorprendono, i cittadini, eppure “sono stanchi di vedere la sindaca concentrata solo sulla campagna elettorale” che, ha ribadito Magi, preferisce “giocare con il potere e la politica piuttosto che pensare al bene della città”.
All’interno di Fratelli d’Italia, invece, ha destato particolare attenzione la scelta di rinunciare a Luca Begamo. Secondo il deputato Andrea Mollicone ed il capogruppo comunale Andrea De Priamo, l’ormai ex vicesindaco è stato “ il peggiore assessore alla Cultura di Roma dal dopoguerra ad oggi”. La decisione della Sindaca “a pochi mesi dalla fine della tragica esperienza della giunta” arriva quindi in ritardo. E suggella “una bocciatura completa” del suo operato.
Anche l’Arci di Roma ha dedicato una riflessione sull’ennesimo rimpasto. La realtà, che a livello cittadino è presieduta da Vito Scalisi, si è dichiarata “molto preoccupata da una mossa che sancisce il fallimento dell’azione del Campidoglio nei confronti di uno dei settori più colpiti dalla pandemia”.Che si tratti di cultura, di commercio o di turismo, chi verrà effettivamente designato a guidare questi settori, avrà indubbiamente un vantaggio. A differenza dei rispettivi predecessori potrà infatti arrivare alla fine del mandato. Il tempo, per fare altri rimpasti, non ne rimane più.
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