Intervista ad Amber: "Lose it all", un gioco per dire la verità - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Intervista ad Amber: “Lose it all”, un gioco per dire la verità

1) Benvenuta Amber raccontaci quando nasce la tua passione per la musica
 
AmberIo non ho mai deciso consapevolmente di dedicarmi alla musica. Forse è nato tutto come un gioco. La musica c’è sempre stata, l’ho sempre avuta dentro casa. Da bambina mi hanno fatto studiare pianoforte ed io la vedevo come una cosa normale all’interno della routine quotidiana, credevo che lo studiassero tutti i bambini, era semplicemente una cosa che faceva parte dei miei doveri.
La cosa che mi piaceva di più fare i pomeriggi quando tornavo da scuola era tradurre i testi delle Spice Girls. Forse è anche da lì che è nata la mia predisposizione per scrivere in inglese.I primi ricordi infatti li ho quando da piccola insieme ad un gruppo di amiche abbiamo formato una specie di cover band delle Spice, i nostri idoli di allora, appunto. Mi ricordo che passavamo i pomeriggi a casa da me e rubavamo i costumi di scena di mia madre (ex ballerina). Erano dei costumi super sgargianti super colorati, originali anni 80 che lei teneva gelosamente in un baule e noi passavamo i pomeriggi a trasformarci in delle pop star! Ricordo quello come uno dei periodi più belli della mia infanzia !
 
2) “Lose it all” è il tuo nuovo singolo in radio, di cosa parla e quale messaggio vuole lanciare?
 
Lose it all è un gioco per dire la verità. È tutte quelle volte in cui abbiamo accettato i compromessi per entrare, per amare, per affermarci. È sentirsi oggetti da usare e poi buttare. È ribellione. È bisogno di accettazione. È un patto col diavolo. Rappresenta il punto di vista, celato dietro una parodia, di quello che è la mia esperienza sia nel mondo della musica e del teatro, che nella vita. E’ una denuncia dell’usa e getta, della mediocrità e dell omologazione a cui siamo stati abituati. E questo non riguarda solo il mondo dell’arte, ma si può collocare in qualsivoglia situazione in cui ci si mette di fronte ad una scelta. Scegliere di cambiare noi stessi, di crearci una falsa immagine dietro la quale viviamo le nostre più oscure paure. Il messaggio che voglio lanciare è che non deve essere questa l’unica strada. Credo fortemente che l’autenticità e l’ essere se stessi debba continuare ad essere l’arma vincente. In un mondo in cui gli ideali vengono meno, il cuore e l’anima di ognuno rappresentano la salvezza dell’umanità. 
 
3) Un incontro che ha segnato il tuo percorso artistico
Fondamentale nella mia crescita artistica e non, è stato l’incontro con il mio allora insegnante di canto Stefano Zanchetti. Il percorso con lui mi ha aperto a nuove prospettive di un canto non esclusivamente finalizzato sulla tecnica, ma sull’espressività e sull’amore per questo mestiere. Mi ha insegnato il canto in tutte le sue forme, mi ha offerto una visione a 360 gradi che mi è servita principalmente per guarire dai miei falsi concetti e staccare le catene che mi legavano a degli stereotipi. E’ stato un percorso lungo e tortuoso nel quale ho dovuto distruggere tante cose di me stessa di allora, per poi ritrovare la mia vera identità. E per questo continuerò sempre a ringraziarlo. 
 
4) Il videoclip magistralmente girato rappresenta bene la tua forza interiore anche la scelta della location è di forte impatto, come è stato girarlo?
 
Volevo una location che rappresentasse il messaggio dell’usa e getta, di un qualcosa di usato abbandonato che è poi il tema principale del testo. Mi piace l’idea che qualsiasi oggetto o luogo sia allineato con quello che è il messaggio, che tutto lo scenario sia in tema con il messaggio, in varie sfaccettature. 
Nel videoclip interpreto questa figura “provocatoria” che ti convince nel credere che quello che ti dice di fare sia la cosa giusta. Ci sono diversi simboli all’interno del videoclip che richiamano questo concetto, come lo zuccherino che si da al cavallo quando ha eseguito  bene l’esercizio. Oppure un’arancia spremuta fino all’osso per ricavarne tutto il succo. Un morso vampiresco per succhiare l’anima. E tutto questo sta a rappresentare la mia visione della vita di un artista quando entra ( o prova ad entrare) nel mondo del mercato musicale. Ovviamente è un pensiero che può essere traslato anche a situazioni non per forza in ambito artistico, ma anche in situazioni quotidiane, dinamiche interpersonali e lavorative di qualsiasi genere. 
Il messaggio finale, e quindi il risveglio, sta a significare che io stessa mi trovo invorticata in questo meccanismo diabolico, ma che ad un certo punto ,svegliandomi, ritrovo la lucidità che mi fa di nuovo pensare con la mia testa.
 
5) Con il brano ti proponi anche per un pubblico internazionale come mai questa scelta?
 
Da quando ero in culla ho ascoltato soprattutto musica internazionale, i miei erano pazzi per i Queen,Tina Turner, George Michael, Dire Straits , Elton John, Madonna, Kate Bush, Pink Floyd. Semplicemente credo che il mio orecchio sia nativamente tarato su quei suoni. Ho voluto esordire con quello che conoscevo meglio, con la lingua che da una vita associo alle canzoni che amo. Ma questa non è assolutamente una scelta esclusiva, anzi. Scrivere in italiano può essere più facile sotto certi aspetti e più difficile per altri. Sicuramente è la chiave per arrivare in modo più diretto al pubblico al quale appartengo e sto lavorando al mio prossimo progetto in italiano per far si che sia tutto in linea con quello che mi ha portato ad essere qui in questo momento. 
 
6) Prossimi progetti
 
Oltre a continuare con il teatro che viaggia sempre in parallelo nel mio percorso artistico , ora sto lavorando sul mio primo EP che sarà quasi interamente in Italiano, a cominciare dal brano d’esordio dello stesso che ,se tutto va bene ,uscirà ad inizio 2022. L’idea è quella di raccontare le diverse personalità che albergano dentro di noi, cercare di accettarle e far si che possano essere usate a nostro vantaggio, non denigrarle. Ecco perché parlo di autenticità. Perché noi siamo un insieme di cose diverse una dall’altra, ma tutte fanno parte di noi. Quindi chi ci vuole deve prendere il pacchetto completo. 
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