CASO CUCCHISi sono costituiti i due carabinieri - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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CASO CUCCHI
Si sono costituiti i due carabinieri

Ora si trovano nel penitenziario casertano di Santa Maria Capua Vetere

cucchiSono nel carcere di Santa Maria Capua Vetere i due carabinieri condannati in via definitiva a 12 anni di reclusione per la morte di Stefano Cucchi. Secondo quanto si è appreso Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro si sono consegnati nella caserma di riferimento rispetto al domicilio e poi sono stati portati nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere della provincia di Caserta. Ieri in serata i due militari dell’Arma sono stati riconosciuti colpevoli dalla Cassazione per il reato di omicidio preterintenzionale. “Sono amareggiato perché non sono l’assassino di Stefano Cucchi, ma rispetto la decisione dei giudici perché sono un carabiniere nell’animo” ha detto D’Alessandro. Il suo legale – parlando alla stampa – ha tenuto poi a precisare: ”Anche la Cassazione ha risentito della mediaticità della vicenda. Quando ha appreso la sentenza il mio assistito è rimasto in silenzio ed è andato a costituirsi in caserma a Isernia”.

Nei confronti degli altri carabinieri accusati di falso è stata invece annullata la condanna. Niente 4 anni di reclusione per il maresciallo Roberto Mandolini. E vittoria anche per Francesco Tedesco che aveva preso 2 anni e sei mesi. Il giudizio potrebbe prescriversi comunque entro l’estate. Ma bisognerà vedere i tempi per le motivazioni del verdetto.

Ilaria è frastornata dopo tanti anni di battaglie per rendere giustizia al fratello . E affida le sue emozioni ad un’articolo apparso questa mattina su ‘La Stampa’: “Stefano è morto. E’ stato ucciso” scrive parlando della giornata di ieri, della sentenza della Cassazione per l’omicidio del fratello. Stefano “è stato ucciso. Oggi forse potrò finalmente dirlo a dispetto di tutti coloro che ci hanno ostacolato nella mia battaglia per ottenere verità e giustizia per lui. Mancano pochi minuti”, dice Ilaria Cucchi ripercorrendo la giornata di ieri.

“Gli avvocati stanno di nuovo indossando le toghe per entrare in aula. Sono sospesa tra la fiducia ed il timore che prevalga ancora una volta la logica di potere del più forte a dispetto del fatto che la legge dovrebbe essere uguale per tutti”. “Ascolto la sentenza e capisco soltanto che gli assassini sono stati condannati. Definitivamente. Rimango ancora sospesa – sottolinea -, incredula dopo tanti anni di verità urlata con tutte le mie forze ma negata con intollerabile arroganza”. “E’ finita. Andranno finalmente in galera coloro che hanno colpito più e più volte mio fratello infliggendogli sofferenze che poi lo porteranno a morte in totale ed obbligata solitudine. Come mi sento? Me lo chiedono tutti. Non lo so come mi sento”, scrive nell’articolo. “So solo che ho voglia di piangere liberamente. Mi sento disorientata. Persa in un immane dolore per quanto inflitto alla mia famiglia durante tutti questi anni. Domani vedrò. Ora sono tanto grata al pm Musarò e a Fabio”.

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