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Monti elettorale cambia marcia: l’Imu va modifica, l’Iva congelata, l’Irpef ridotta

L’Imu va modificata e le tasse si possono ridurre, ma con cautela. E’ la promessa del premier Mario Monti intervistato da Sky tg24. C’è la «possibilità» di ridurre l’Irpef e congelare l’Iva a luglio e anche di fare «di più» e la «via maestra» per riuscirci è «ridurre di più la spesa pubblica», ha poi sotenuto il premier. Le tasse, ha aggiunto, «vanno ridotte, ma con cautela». «E’ da rivedere l’intera struttura fiscale», ha continuato, e «va fatto in arco un po’ di anni». La strada per ridurre le tasse, comunque, è quella di «ridurre di più la spesa pubblica». L’Imu «va modificata» e «il gettito va dato maggiormente ai Comuni», ha poi sostenuto Monti, puntualizzando ancora una volta che l’imposta «è un frutto del precedente governo». «Quanto ho pagato di Imu? Parecchio ma non ho qui la cifra. Si occupa mia moglie di queste cose», ha detto Monti. Con lo spread sotto i 300 punti «si risparmiano molti miliardi e questo risparmio va contato sul debito pubblico per gli interessi ma anche su quello privato. Un risparmio che può essere calcolato come superiore al gettito Imu. Ma quando noi siamo arrivati, lo spread rischiava di diventare tecnicamente catastrofico», ha continuato il premier.I 10 mld di recupero dell’evasione e i 60 di risparmio dal calo dello spread possono evitare una manovra ad aprile? «A deciderlo sarà il nuovo governo ma al momento anche l’Ue ci riconosce il pareggio di bilancio pubblico strutturale per 2013. I conti sono dunque in e se non ci saranno eventi non previsti…», ha detto ancora Monti. «La battaglia di civiltà contro l’evasione l’ho fatta perchè le misure sono state senza precedenti e hanno dato un gettito considerevole, superiore ai 10 mld già nell’anno», ha aggiunto, difendendo le misure anti-evasione adottate dal governo.
«La questione della vicinanza alle banche è uno dei segni della superficialità che spesso caratterizza il dibattito politico italiano: il governo Berlusconi era contro la tassa sulle transazioni finanziarie, io cambiato posizione e adesso si sta facendo» la cosiddetta Tobin Tax, ha poi affermato Monti. Quanto alla vicinanza con i poteri forti, il premier ha aggiunto: «Qualcuno vada a chiedere a Jack Welch o a Bill Gates e possono assumere informazioni».
Sulla creazione del simbolo «ci ho lavorato personalmente con i miei collaboratori più stretti. Avrei preferito non figurasse il mio nome: non mi piace espormi così. Ma essendo connotante…», ha rilevato ancora Monti che ha poi detto di non sapere che il disegno del simbolo è stato prodotto dagli stessi creativi di Vendola, «ma questa – ha detto – è una positività in più». Monti ha poi annunciato che le candidature verranno presentate «nei prossimi giorni, non so se già martedì». «Casini e Fini non li valuto per la loro storia ma prima di altri hanno capito che i problemi non si risolvevano senza la grande coalizione. Sono stati i più tenaci sostenitori della maggioranza, l’apporto Pd e Pdl è stato a corrente alternate», ha detto ancora Monti.C’è stato un periodo in cui per Berlusconi «potevo essere non un “leaderino”, ma qualcosa di più», ha affermato Monti. «Noi ci schieriamo per le riforme che trasformino l’Italia e contro quei nidi di conservazione che esiste sia a destra che a sinistra», ha proseguito il premier.
«Non c’era alcun patto, io stesso pensavo di non candidarmi perchè pensavo non necessario farlo. Ero ottimista sul fatto che il paese continuasse di per sè nella direzione delle riforme ma ho visto molte preoccupazioni nell’economia italiana e all’estero», ha detto ancora Monti, negando un’intesa precedente con i segretari di Pd, Pdl e Udc per non candidarsi.
«La decisione» di salire in politica «la stavo covando prima e quel voto mi ha rafforzato nel convincimento», ha poi precisato Monti, a proposito del voto con cui il Pdl ha sancito di non dare più la fiducia al governo. Il premier ha detto che i primi a sapere della decisione sono stati «i miei due presidenti: quello della Repubblica e quello di casa mia».«Questa è una Rai che non riesco a vedere in che modo possa considerare Tarantola e Gubitosi come uomini miei. Hanno dimostrato la loro indipendenza e sono state selezionate anche per questo requisito», ha detto ancora il premier.

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