Il Papa: combattere lo spread ma anche le distanze sociali - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il Papa: combattere lo spread ma anche le distanze sociali

«Auspico che in questo momento della sua storia, tale spirito di tenacia e diimpegno condiviso animi tutta la diletta nazione italiana». Nel suo discorso annuale al corpo diplomatico accreditato in Vaticano, Benedetto XVI ha rivolto questo poche parole all’Italia, con chiaro riferimento alla prossima tornata elettorale e ai problemi che sono sul tappeto. «Penso anche a coloro – ha detto Benedetto XVI – che hanno subito il forte terremoto, che ha devastato alcune Regioni dell’Italia settentrionale. Come sapete – ha aggiunto – ho voluto recarmi personalmente in questi luoghi, dove ho potuto constatare l’ardente desiderio con cui s’intende ricostruire ciò che è andato distrutto».Poi gli effetti della crisi: «Se preoccupa l’indice differenziale tra i tassi finanziari, dovrebbero destare sgomento le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri. Si tratta, insomma, di non rassegnarsi allo “spread del benessere sociala”, mentre si combatte quello della finanza». E un invito ai paesi Ue: nell’attuale situazione di crisi economica, in Europa «da soli alcuni Paesi andranno forse più veloci, ma, insieme, tutti andranno certamente più lontano!».
Ai membri accreditati del corpo diplomatico, un richiamo al tema centrale per la Chiesa relativa ai valori non negoziabili: «Constato con tristezza che, in diversi Paesi, anche di tradizione cristiana, si è lavorato per introdurre o ampliare legislazioni che depenalizzano o liberalizzano l’aborto. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale» ha aggiunto. Ratzinger ha parlato delle varie crisi internazionali – Siria in testa – e dei problemi che colpiscono i cristiani in Nigeria. Eppoi in Medio Oriente: «Guardo con viva attenzione alla Terra Santa. In seguito al riconoscimento della Palestina quale Stato Osservatore non Membro delle Nazioni Unite, rinnovo l’auspicio che, con il sostegno della comunità internazionale, israeliani e palestinesi s’impegnino per una pacifica convivenza nell’ambito di due Stati sovrani, dove il rispetto della giustizia e delle legittime aspirazioni dei due Popoli sia tutelato e garantito».

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