CAPITA ANCHE QUESTO/Rom in fuga dall’inferno di Castel Romano
«Noi a Castel Romano non possiamo tornare: hanno già bruciato le nostre case e i colpevoli li abbiamo denunciati. Tornare laggiù vuol dire morire», questo denunciano le famiglie rom scappate dal campo sulla Pontina che urlano tutta la loro paura e disperazione sotto gli uffici del V Dipartimento politiche sociali, tra viale Manzoni e via Merulana.
Protestano perché fra due giorni devono lasciare l’area di via Salviati dove si erano rifugiati per scappare dalle aggressioni «dei bosniaci» subite a Castel Romano.
Lo dice l’ordinanza del sindaco (numero 184 del 5 agosto) per motivi igienico sanitari: «In quell’area sono assenti fornitura idrica e servizi igienici ed è piena di rifiuti di ogni genere». Il provvedimento prevede che loro debbano tornare nel maxi villaggio attrezzato sulla Pontina. «In quel luogo siamo in pericolo è improponibile questa soluzione significherebbe scatenare una guerra – urla Svetlana, 28 anni – Nessuno ci ascolta: l’assessore è nel suo ufficio e ci fa dire che è in ferie, siamo qui sotto il sole da ore, è una vergogna».
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