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Viterbo, allarme conti per Francigena. Il sindaco Michelini: “Tagliare subito i rami secchi”

La "Francigena" si occupa del trasporto pubblico a Viterbo

La “Francigena” si occupa del trasporto pubblico a Viterbo

C’è un buco di 400 mila euro, per cui «o ci muoviamo o si portano i libri in tribunale mandando a casa 85 lavoratori».

Non è allarmismo quello del sindaco Leonardo Michelini sulla società Francigena, perché indica anche la via d’uscita: «Bisogna intervenire sul lato improduttivo», ovvero vendere almeno una delle due farmacie comunali.

E poi spazio a un piano industriale per il trasporto pubblico e via il cda: ci sarà solo un amministratore delegato.

Insieme all’assessore al Bilancio Luisa Ciambella, Michelini ha affrontato lo stato di salute della società partecipata interamente dal Comune insieme alla maggioranza.

«C’è urgente necessità di un risanamento – dice – abbiamo infatti trovato un buco di 400 mila euro generato metà dal reintegro dei nove lavoratori ex Autoservice e dal relativo contenzioso, metà dalle perdite derivanti dai servizi. Per cui prima di parlare di incarichi bisogna pensare a una società in salute. Sono fiducioso di rimettere tutto in sesto ma servono provvedimenti immediati perché la situazione è critica».

Il Sindaco di Viterbo spiega che «Francigena si occupa di trasporto pubblico, che si regge grazie ai fondi della Regione, e dello scuolabus: sono servizi, non producono utili ma non si possono tagliare». Poi ci sono la gestione dei parcheggi, «che invece rende», il riscaldamento di Comune e tribunale, «da rivedere», e le farmacie comunali a Santa Barbara e La Quercia. «Anche queste – spiega Michelini – dovrebbero rendere, invece così non è. Dunque alcune attività sono funzionali agli interessi del cittadino, altre no. Come le farmacia: se serve una medicina il punto non è se comprarla in quella del Comune. Per finanziare il resto, bisogna vendere». Se una o due è da vedere.
Ma va risanato anche il trasporto pubblico. «Serve un piano industriale fatto da un esperto: i mezzi hanno anche 30 anni, sono inadeguati per il centro e sopra ci sono 2-3 persone. Rovinano pure il manto stradale. Più mezzi e meno auto dunque, anche guardando alla chiusura del centro storico. Poi – conclude il sindaco – potremo azzerare il cda e affidare la gestione a un amministratore delegato».

Il piano va approvato entro fine ottobre insieme al bilancio, in modo che dal primo gennaio si possa puntare su una gestione in pareggio nel 2014. Altrimenti in tribunale – oltre al riscaldamento – il Comune dovrà consegnare anche i libri della società.

a cura della Redazione

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