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“Alloggi popolari al posto dei residence”, il movimento per la casa assedia il Campidoglio

assedio_campidoglioProtesta per la casa in Campidoglio dove alcune centinaia di persone appartenenti ai comitati per il diritto all’abitare si sono date appuntamento. La tensione è salita dopo le 17 quando alcuni manifestanti hanno spaccato a pugni il vetro esterno al portone di accesso al Campidoglio. La seduta in aula Giulio Cesare è stata sospesa “per motivi di ordine pubblico”.

“Marino l’emergenza casa non si fermerà finché risposta non ci sarà”, “la lotta per la casa non accetta i tuoi 700 euri, Roma si barrica” e “la casa popolare è un diritto, sindaco non pagarci” le scritte che si leggono sui lenzuoloni. Mentre la folla urla, sui gradini della scala della Lupa occupata, “Marino aprici il cancello!” chiuso per sicurezza dalla polizia municipale. Il sindaco, da Milano, replica: “Ogni forma di violenza va severamente condannata e ogni forma di illegalità va severamente punita, Roma deve essere una città solidale, partendo dai più deboli, ma è inaccettabile ogni forma di violenza e di illegalità”.
I movimenti, che da anni chiedono la chiusura dei residence affittati al Comune da privati, chiedono che agli aventi diritto vadano alloggi popolari e non bonus in denaro da girare poi agli affittuari privati.

Per Luca Fagiano, tra i portavoce della protesta, infatti la chiusura dei residence è subordinata alla concessione di case. “Vogliamo alternative concrete se si devono chiudere i residence, e anche lo stop a sfratti e sgomberi. Se non una moratoria, almeno una marcia indietro da parte del sindaco Ignazio Marino dopo quanto emerso dall’incontro con il prefetto della settimana scorsa (“Marino ci ha chiesto legalità, e gli sgomberi delle occupazioni ne fanno parte” aveva detto il prefetto Giuseppe Pecoraro, ndr)”.

Il Comitato Popolare di Lotta per la Casa, invece, condivide la strada intrapresa dal sindaco di Roma Ignazio Marino ”per chiudere definitivamente gli scandalosi e costosi residence abitativi. La delibera, licenziata dalla Giunta -si legge in un comunicato – ha messo la parola fine ad un sistema che negli anni ha favorito i soliti noti lasciando nel dimenticatoio la dignità delle persone”. Secondo il Comitato Popolare di Lotta per la Casa ”è importante pianificare il progetto di dismissione dei residence affinché le persone possano vivere in maniera dignitosa e nel contempo non escludere altre forme di soluzione come ad esempio l’auto-costruzione all’interno di strutture di proprietà pubblica, modello già esistente nato proprio in dissenso con il crescente utilizzo dei residence che ha segnato le giunte di centro sinistra e di centro destra. Quest’ultima poi ha destinato alloggi in residence con evidente contropartita elettorale”. ”E’ necessaria- conclude il Comitato -una tutela per le famiglie che dia stabilità abitativa e inclusione sociale. Questo provvedimento ha dimostrato ciò che il Comitato sostiene da anni, ovvero, che in questa città non c’è bisogno di cemento privato che non trova mercato ma di interventi sociali sostenibili che recuperino l’esistente verso la soluzione definitiva della precarietà abitativa. Chi oggi si oppone alla chiusura dei residence o non conosce le condizioni di vita delle persone che vi abitano o sovrappongono l’interesse personale al bene collettivo”.

Una delegazione di una quarantina di persone è stata poi ricevuta in una sala di Palazzo Senatorio dall’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, dai capigruppo e dal vicesindaco Luigi Nieri. Fuori ancora cori e bonghi oltre il calare del sole. Difficile l’accesso e l’uscita dal Campidoglio di consiglieri, cronisti e personale.

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