Faccia a faccia sindaco-Cerroni, la questione Malagrotta non è chiusa

Manlio Cerroni

Un quarto d’ora prima delle 18, Manlio Cerroni scende rapido i gradini del Campidoglio. Tre mesi dopo l’insediamento della giunta, l’ottantasettenne patron di Malagrotta ha appena incontrato Ignazio Marino per un faccia a faccia sul futuro della discarica più grande d’Europa e il suo giudizio è caustico: “Sui rifiuti, il sindaco vuole fare il direttore d’orchestra. Peccato che non conosca la musica”.

Sorride, ma è evidente che l’incontro è stato interlocutorio. I due si sono visti per decidere dove andranno a finire quelle 6700 tonnellate al giorno che anche dopo il primo ottobre, data prevista per la chiusura della discarica, saranno trattate negli impianti di Malagrotta. L’avvocato, sulla questione, sembra comunque aver ceduto: “Al momento non è ipotizzabile una proroga – ha sottolineato l’avvocato – per smaltire i residui dei rifiuti trattati dentro il sito. Al vaglio ci sono diverse ipotesi. Tra sabato e domenica avremo delle indicazioni”.

La soluzione, insomma, potrebbe arrivare proprio 2448 ore prima dell’ora X. A far intendere che non ci sono spazi per ulteriori proroghe per la discarica più grande d’Europa c’è anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Da New York, dov’è in trasferta, Orlando ha incontrato il commissario Ue Janez Potocnik a proposito della procedura d’infrazione che pende sull’Italia proprio per l’uso intensivo delle discariche: “Tra pochi giorni chiuderemo Malagrotta”, ha spiegato il ministro. “Good news”,
ha risposto Potocnik. A Roma, invece, la trattativa va avanti. Al centro c’è soprattutto la tariffa che l’Ama dovrà pagare a Cerroni per smaltire i rifiuti fuori da Malagrotta. Ora paga 66 euro a tonnellata. Circa il doppio costa portarli fuori Roma nella gara aggiudicata ieri. Vedremo quanto riuscirà a strappare l’avvocato.