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RIFIUTI/Malagrotta ultimo atto, per Falcognana non c’è l’ok?

discarica_falcognana_ardeatina_divino_amore_2Il momento è giunto. Lunedì per la maxi-discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, sarà il giorno della chiusura. O, almeno, così dovrebbe essere. Sono tante, infatti, le incognite che pesano sul futuro del sito nell’aera occidentale di Roma. Il patron della Co.La.Ri., Manlio Cerroni, ha ancora «due o tre punti da dirimere» nella riunione che si terrà proprio domani mattina. In cima alle preoccupazioni del gestore di Malagrotta c’è il cosiddetto «capping», vale a dire la necessità di riempire completamente la discarica prima della chiusura definitiva. Non è escluso dunque che Cerroni ottenga una sorta di «miniproroga», l’ennesima, in attesa di colmare le volumetrie del sito ancora vuote. Operazione che potrebbe durare anche alcuni mesi. A fargli gioco c’è anche il ritardo della firma del ministro dell’Ambiente sul decreto che ufficializzerà il «passaggio di consegne» tra Malagrotta e la discarica temporanea della Falcognana. Un provvedimento che rischia un ulteriore slittamento a causa della situazione di stallo nel governo. Per il momento, però, una cosa è certa. Da martedì mezzi e personale dell’Ama cominceranno a portare i rifiuti della Capitale in altri siti del Nord Italia, più precisamente in Piemonte ed Emilia Romagna, come previsto dal bando ad inviti indetto dalla municipalizzata. Un trasferimento temporaneo, della durata di due mesi (rinnovabile per altri due), in attesa che i rifiuti trattati possano trovare sistemazione alla Falcognana dove, però, i comitati si preparano alla battaglia. Al presidio di via Ardeatina sono pronti per la maxi-protesta indetta per domani che darà il via a quella che si prospetta essere una «protesta ad oltranza». Musica e mostre fotografiche faranno da sfondo alla manifestazione, alla quale i comitati contano di portare «diecimila persone», anche tra le associazioni campane che in questi mesi hanno espresso la loro solidarietà ai «colleghi» romani. Prima, però, presenteranno richiesta per l’accesso agli atti in seguito all’esposto del 23 settembre, in cui si chiedevano verifiche sui lavori effettuati e quelli in corso alla Falcognana. «Siamo pronti a tutto – ribadiscono i comitati -, Zingaretti&co se lo mettano in testa, al Divino Amore non si passa». Per il momento, però, appare sempre più remoto il rischio di vedere camion all’orizzonte, almeno per i prossimi giorni.

Giovanni Tagliapietra

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