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FROSINONE/Inchiesta sull’aeroporto fantasma

L'Aeroporto di Frosinone

L’Aeroporto di Frosinone

Tanto denaro pubblico per nulla. Il progetto per l’aeroporto di Frosinone non è mai decollato e ora la Procura del capoluogo ha aperto un’inchiesta: vuole vederci chiaro sui soldi spesi in dieci anni di attività della società Aeroporto di Frosinone (AdF), di cui sono soci Provincia, Comuni di Frosinone e Ferentino, Consorzio Asi e Camera di Commercio. Si parla di tre milioni di euro spesi senza mai arrivare a realizzare l’opera, che resta nel libro dei sogni per il rilancio economico della Ciociaria. E così la Procura ciociara indaga su una vicenda che rischia di avere risvolti imprevedibili.
L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, è scattata già da alcuni mesi nel più stretto riserbo. L’ipotesi sulla quale si concentrano le attenzioni della magistratura è quella di peculato. Gli agenti della Digos, coordinati da Cristiano Bertolotti, hanno acquisito una montagna di carte e documenti. Nel mirino degli inquirenti sono finite tutte le spese sostenute in questi anni per realizzare un progetto (la Regione stanziò quattro milioni di euro per redigerlo) che molti hanno sempre ritenuto fondamentale per lo sviluppo economico e turistico della Ciociaria e che tanti altri (tra questi l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile), invece, hanno a più riprese giudicato impraticabile e irrealizzabile. E ora la magistratura vuole fare piena luce su tutti i costi affrontati fino a oggi per uno scalo aereo «fantasma». In particolare, un milione speso per la progettazione, 600mila per la Valutazione ambientale strategica più le consulenze. Costi già finiti, peraltro, all’attenzione della Corte dei Conti.

«SPRECO DI DENARO» – Legambiente va giù dura e parla di «progetto sciagurato». Con un esposto alla magistratura contabile, l’associazione già due anni fa aveva ipotizzato che la società Aeroporto di Frosinone spa fosse responsabile di danno erariale. «I sospetti che Legambiente aveva avanzato nel 2011 – sostiene in una nota l’associazione ambientalista – ora sono anche nelle ipotesi degli inquirenti». Per Valentina Romoli, vicepresidente di Legambiente Lazio, «saremmo di fronte a uno spreco di denaro pubblico per un progetto risultato infattibile secondo il parere tecnico già dai primi passaggi e che noi più volte avevamo denunciato come privo di utilità pubblica anche per ragioni ambientali ed economiche. C’è un forte intreccio tra delitti contro la cosa pubblica e la speculazione ai danni del nostro territorio, come questi casi dimostrano. Oltre a inquinare i territori – aggiunge Romoli – il rischio è quello di compromettere e alterare anche il buon funzionamento della pubblica amministrazione con un evidente doppio danno per la collettività».
E anche Retuvasa (Rete tutela Valle del Sacco) ricorda tutte le perplessità e i no al progetto. «Anche lo scorso maggio – sostiene – ricordammo che, a distanza di anni, le ragioni tecniche, economiche e ambientali dell’insostenibilità del progetto di un aeroporto a Frosinone, a più riprese formalizzata dalla nostra associazione, veniva finalmente denunciata dai senatori ed europarlamentari gravitanti sul territorio. Condividemmo gli inviti allo scioglimento del cda di AdF, che non aveva evidentemente più alcuna ragione d’essere».
Solo qualche mese fa, all’inizio dell’estate, il nuovo presidente di AdF, Francesco Trina (subentrato a Francesco Martini, presidente vicario dopo le dimissioni di Gabriele Picano), aveva sottolineato: «Bisogna riallacciare il rapporto di fiducia con il territorio stanco di dieci anni di troppe chiacchiere e pochi fatti. Le risorse che riusciremo a risparmiare, semplicemente attivando una gestione più attenta e oculata della società, verranno spostate sul progetto eliporto». Da luglio alla guida della società Aeroporto di Frosinone è arrivato Francesco Cappelli, viceprefetto e Commissario vicario della Provincia di Frosinone. Il nuovo presidente, nel cda del 18 luglio scorso, ha avanzato l’ipotesi di ragionare sulla realizzazione di uno scalo aeroportuale per il trasporto merci. Da più parti, invece, si punta a uno scalo destinato al soccorso sanitario e di protezione civile. Vedremo. La speranza è che ora dalle parole si passi ai fatti.

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