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Il giallo di Acqualatina, il “feudo”di Cusani è in pericolo, lui cerca di ricomprarserlo

Cusani convoca di corsa la Conferenza dei sindaci azionisti dell’Ato4. Undici si ribellano e lui non li fa neppure parlare. Una “contro” delibera che è stata salvata con il nome. “Contro-PROPOSTA-Delibera-n. 8_Versione-Claudio” (Chi Fazzone?)

Si ribellano 11 sindaci pontini contro il Presidente della Provincia di Latina

Si ribellano 11 sindaci pontini contro il Presidente della Provincia di Latina

A due mesi dalla cessazione della Provincia di Latina, il suo presidente, Armando Cusani, non smette di stupire la platea dei cittadini. In quattro e quattr’otto Cusani ieri ha convocato la conferenza dei sindaci dei 33 comuni, soci pubblici dell’Ato4 del pontino, una delibera con la quale chiedeva una delega per «avviare una trattativa esplorativa con il socio privato di Acqualatina Spa» per una ipotetica cessione della quota azionaria. Attualmente la compagine azionaria del gestore idrico è costituita da Acqualatina Spa al 51% pubblica, Idrolatina S.r.l. è invece l’azionista privato di minoranza che detiene il 49% delle azioni di Acqualatina. Gli azionisti di Idrolatina S.r.l. sono: Veolia Eau-Compagnie Generale des Eaux S.C.A. (96/607%) AFIN S.p.A. (1,916%), Emas Ambiente S.r.l. in stato di liquidazione (1,277%). Una mossa politica tanto per. La gestione mista pubblico-privata tanto decantata da quella parte politica che governa il pontino sembra ora non andare più bene. Perché il centrodestra ci ha ripensato? Non è una barzelletta riacquistare quel 49% di quota azionaria. E una Provincia in chiusura entro il 1°gennaio 2014 (tra un paio di mesi) non può promettere addirittura un’acquisizione che costerebbe alle casse dell’Ente milioni di euro. Il bilancio della Provincia di Latina è in condizione economico finanziaria di potersela permettere?
Una gestione del sistema idrico pontino, diciamolo senza peli sulla lingua, proprio non chiara. E con lievitazione delle bollette super pagate dagli utenti. Ma questo non è bastata comunque a risollevare le sorti del bilancio del gestore Acqualatina che al di là dei conti positivi in bilancio si trova indebitata per oltre 10 milioni di euro nei confronti dei comuni pontini che hanno finanziato la struttura. Nell’ultimo decennio la società si è trovata al centro di aspre polemiche, ricorsi al Tar, denunce delle associazioni dei consumatori per l’applicazione della equa tariffa, intervento della Procura, doppi incarichi, conflitti di interessi dei politici di turno, chi alla presidenza e chi nel consiglio di amministrazione. Per questi motivi, undici sindaci dell’Ato4, ieri hanno detto no all’idea di Cusani. Che, tra l’altro, come al solito, ha messo il bavaglio alle critiche. E così i comuni di Aprilia, Bassiano, Pontinia, Formia, Cori, Roccagorga, Amaseno, Giuliano di Roma, Nettuno, Priverno e Lenola hanno dovuto motivare pubblicamente in una nota congiunta la loro decisione di non votare la delibera n. 8. «La ripubblicizzazione del servizio idrico proposta dal presidente della Provincia Armando Cusani ha l’unico obiettivo di scaricare sulle spalle del socio pubblico, i Comuni, i debiti e le insolvenze contratte dalla società Acqualatina – recita la nota congiunta diramata al termine della conferenza dei sindaci -. Non si capirebbe altrimenti il perché si è voluto imporre alla conferenza dei sindaci una discussione affrettata, tardiva e monca su una questione che, già dall’esito del referendum, avrebbe dovuto interrogare tutti i Comuni».
Si legge ancora nel documento: «Non si può parlare di ripubblicizzazione quando si vuole solo acquistare quote che appartengono a soggetti privati inseriti in società alle prese con gravissime condizioni finanziarie e che, peraltro, non hanno nemmeno avanzato formalmente proposta in tal senso. Per noi ripubblicizzazione vuol dire superare la gestione privatistica del servizio e seguire l’indirizzo espresso dai referendum per cui l’acqua è un bene comune da gestire con criteri di efficienza e senza alcuna forma di profitto».
Gli undici sindaci dei comuni pontini hanno chiesto che la conferenza prendesse posizione su tre punti ritenuti imprescindibili: il ritorno a un soggetto di diritto pubblico; la valutazione e analisi della situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società Acqualatina, prioritaria rispetto a qualunque ipotesi di ripubblicizzazione; il potere decisionale in mano ai comuni.
«La Provincia di Latina, dal 1° gennaio 2014, non esisterà più. Anche nel pieno delle sue funzioni, non ha alcuna competenza nella scelta del soggetto. E’ inaccettabile che il presidente abbia il mandato esclusivo a trattare con Acqualatina, così come è inaccettabile che si arroghi, senza diritto, il potere di gestire il processo in autonomia».
«Avevamo sottolineato questi aspetti già nella riunione di lunedì scorso – prosegue la nota congiunta – e per questo abbiamo presentato una nostra proposta. Purtroppo, non ci è stato permesso di esporla in modo chiaro per l’atteggiamento scorretto mostrato dal presidente della Provincia (Armando Cusani,ndr) il quale ha troncato la discussione e imposto la messa al voto della mozione pronunciandosi, per quanto non avesse diritto al voto, indisponibile a qualsiasi mediazione. Per tale motivo, ci siamo alzati e abbiamo abbandonato l’aula senza poter peraltro rientrare, perché a seguito del voto, l’assemblea è stata sciolta. Abbiamo tuttavia sottoscritto e messo agli atti la nostra proposta e da quella intendiamo partire per le prossime azioni».
La battaglia andrà comunque avanti. «Sabato 5 ottobre si terrà a Formia un vertice tra i comuni che intendono procedere ad una vera ripubblicizzazione del servizio». L’invito è «a tutti gli altri comuni, perché vengano a discutere il progetto e a collaborare alla definizione di un nuovo ed efficiente modello di gestione del ciclo delle acque. La condizione in cui versa Acqualatina è drammatica e per uscirne è necessario procedere uniti, a prescindere dalle appartenenze politiche».

“contro-PROPOSTA-Delibera-N.8-versione-Claudio”

 

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