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Lazio, furia Lotito e Petkovic in bilico

20131026_496-300x161Lotito ribalta la Lazio: «Ora basta. Tirate fuori le palle». Tifoso-presidente, non ha aspettato un attimo: la squadra era tornata alle due di notte da Cipro, stava dormendo a Formello, l”ha strattonata dal letto. Era una furia, ha voluto tutti nello spogliatoio. Le urla, le hanno sentite nel cuore di Roma: «E” una vergogna. Voglio vedere sudore e ferocia in campo. Dovete avere rispetto per me e per migliaia di tifosi».

Quasi un”ora di vis-a-vis, lo sguardo fisso soprattutto su Cavanda e qualche altro svogliato. Ammutolito in piedi, Petkovic. Chi l”ha visto da vicino nell”ultima settimana lo descrive sorridente, con la battuta pronta come mai, quasi cercasse sostegno per uscire dalla solitudine. Qualcun altro intravede un comico isterico: rassegnazione, non ha più niente da perdere. Eppure la sua panchina rischia di sciogliersi in una sconfitta col Cagliari. Insieme al gelo che ormai da mesi c”è con Lotito. Serve una scossa: «Ho richiamato la squadra – ci assicura Lotito in serata – e vedremo come reagirà domenica». Altrimenti tutti subito in ritiro e Petkovic sul patibolo. Col fiato sul collo di Mihajlovic, Di Matteo e soprattutto Reja. La novità è Trapattoni, la sua acquasanta.

Spogliatoio alla deriva, giocatori sulle gambe: sempre secondi sulla palla, lenti, spenti dopo 10″ della ripresa con l”Apollon. Colpa della preparazione estiva di Rongoni? Ieri all”ora di pranzo, Petkovic se lo portava a braccetto in un ristorante vicino Formello: tavola rotonda con i fedeli del suo staff (Fonte e Manicone). Così lontani da un ambiente che scova già altre soluzioni in casa: «Diamo una chance a Bollini», suggeriscono alcuni tifosi. Li rimprovera Ferraria, amico di Petkovic: «Hanno la memoria corta. Se la Lazio vincerà col Cagliari, tutto tornerà alla normalità». Magari. Sinora però un sogno del 26 maggio ha mascherato un incubo.

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