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Donna muore al Pronto Soccorso del S. Giovanni. Scoppia l’ennesimo caso, si muove la Regione

sangiovanni_ospedaleSan Giovanni, muore una donna Regione chiede relazione a ospedaleSarebbe stata ricoverata ieri in codice rosso all’ospedale San Giovanni e morta poco dopo. Sulla drammatica vicenda, raccontata dal consigliere regionale del Partito democratico, Riccardo Agostini, la Regione vuole vederci chiaro e ha chiesto al direttore generale del nosocomio una relazione dettagliata.
Spiega Agostini: “Ci segnalano un caso che se confermato andrebbe inserito nel lungo elenco di disservizi della sanità, con risvolti tragici, dovuti spesso a problemi organizzativi e scarsità di risorse umane, ma che altrettanto spesso trovano quale unico capro espiatorio un medico che si trova a lavorare in condizioni insostenibili”.
La storia, racconta sempre Agostini, sarebbe iniziata ieri: “Sembra che una donna giunta in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Roma, con segni di percosse sul corpo e sospetta violenza sessuale, sia stata trasferita presso il pronto soccorso ginecologico, così come prevederebbe una discutibile metodologia dell’ospedale, trascurando così le lesioni dovute alle percosse, lesioni che poi avrebbero portato al decesso della paziente. Una drammatica storia tutta da verificare ma che, se confermata, solleverebbe interrogativi inquietanti: perché spostare la paziente per essere visitata al pronto soccorso ginecologico, e non invece chiamare il ginecologo presso il pronto soccorso generale? Forse perché ce n’era solo uno in servizio, a fronteggiare decine di emergenze? E, anche in questo caso, perché un rianimatore non ha seguito la paziente, che era già entrata in codice rosso? Forse perché anche il rianimatore era da solo a fronteggiare altre emergenze e non poteva muoversi? Interrogativi che certamente, se il caso fosse confermato, saranno oggetto di accurate indagini da parte della magistratura e da parte della Regione Lazio”.
“Il problema degli ospedali sotto organico, dei pronto soccorso ingolfati, con pochi eroici medici e infermieri a dover fronteggiare carichi di
lavoro oltre l’umano, si conferma in tutta la sua drammaticità – commenta poi Agostini – Spero che stavolta non cominci la solita spasmodica ricerca del capro espiatorio singolo- conclude il consigliere Pd- e che il governo metta finalmente in discussione un piano di rientro fatto solo di numeri, che mortifica e rende impossibile il lavoro di tanti bravissimi medici che si dannano l’anima per superare tutte le difficoltà e, soprattutto, espone i pazienti a rischi gravissimi”.

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