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Camera di Commercio, nuova Giunta allargata. Fuori Unindustria, che fa ricorso

camera-di-commercio-roma1Continua, e anzi si accentua, il braccio di ferro interno alla Camera di Commercio di Roma. Il Consiglio approva, con 23 voti a favore e 7 contrari, una modifica dello statuto che prevede la possibilità di sfiduciare il presidente. Nell’attesa della convocazione di un nuovo consiglio per votare una eventuale mozione sfiducia a Giancarlo Cremonesi, i consiglieri camerali eleggono anche una nuova giunta allargata a nove, in cui non vi sono rappresentanti di Unindustria. L’associazione degli industriali fa sapere di aver già, precedentemente alla votazione, presentato ricorso al Tar per un provvedimento che si ritiene «illegittimo». Insomma lo scontro all’interno dell’ente camerale romano ormai è aperto. Il Consiglio, in serata, vota i nove membri della nuova giunta ‘allargatà: Giuseppe Roscioli, Giovanni Quintieri, Lorenzo Tagliavanti, Aldo Mattia, Valter Giammaria, Mauro Mannocchi, Marcello Piacentini, Raimondo Soria e Stefano Venditti. Prima del voto gli industriali di Unindustria lasciano l’aula, mentre il presidente Cremonesi, che rimane, non vota parlando di una «delibera illegittima». In serata il Consiglio dà l’ok anche all’azzeramento del gettone di presenza per i membri della giunta. A presentare il ricorso contro è il direttore generale di Unindustria Maurizio Tarquini. Da via Noale spiegano che «il ricorso è stato presentato nei giorni scorsi. Ora sarà il Tar a stabilire la legittimità di questa operazione. La votazione della giunta a nove è illegittima, perchè la giunta a cinque non è mai decaduta. Di fronte a questa eventuale nuova gestione della Camera di Commercio, che ha come leader delle pmi Lorenzo Tagliavanti gli industriali per la prima volta sarebbero all’opposizione della principale Camera di Commercio di Italia». Il vicepresidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti (Cna), accreditato come successore di Cremonesi, commenta: «Mi spiace che da un livello di confronto politico anche aspro, c’è qualcuno che si rifugia dietro le carte bollate». E a chi gli chiede un commento sul fatto che non vi sono rappresentanti di Unindustria nella giunta a nove risponde: «È conseguenza della volontà di auto-esclusione degli industriali». Il suo auspicio è che, «nonostante la modifica dello statuto, non sia necessaria una mozione di sfiducia». Ma per questo bisognerà attendere la prossima ‘puntata’.

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