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Marino incontra 89 profughi superstiti ospitati nella Capitale: siete come fratelli

profughi«Le porgo a nome mio personale e della comunità che rappresento un affettuoso benvenuto nella città di Roma». Questo il testo della lettera che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha consegnato questa mattina agli 89 superstiti arrivati da Lampedusa, e ospitati da oggi a Roma. «Le romane e i romani, – si legge nel testo – che si sono sempre ribellati a ogni forma di violenza e di sopruso, non potevano restare indifferenti e in silenzio di fronte al Suo dramma. La accogliamo come accoglieremmo un fratello perché così noi la consideriamo. Un fratello che in questo momento drammatico della propria vita ha bisogno dell’aiuto dei suoi fratelli lontani che sono pronti a offrire ospitalità e solidarietà umana, Roma si è sempre dimostrata capace di accogliere e di ascoltare le domande e i bisogni di ciascuno, prima di tutto di chi è più fragile». «Noi ci sentiamo responsabili del Suo futuro, che le auguro sia fatto di dignità, di rispetto, di pace e di lavoro. Le siamo accanto e faremo tutto il possibile per allontanare le Sue paure e difficoltà. Un abbraccio fraterno», conclude la lettera. «Abbiamo ascoltato storie drammatiche raccontate con un sorriso». All’incontro era presente anche l’assessore capitolino alle Politiche Sociali Rita Cutini. «Ci hanno raccontato le loro storie, drammatiche, senza perdere mai il sorriso perché si sentivano fortunati per essere ancora vivi. «Il prossimo anno avremo il semestre di presidenza dell’Unione europea e il tema dell’immigrazione dovrà essere posto come centrale nell’agenda dell’Unione europea». Lo ha detto Marino aggiungendo che «è evidente che gli strumenti per affrontare un problema così importante come quello dell’immigrazione non è la Bossi-Fini». Il problema – ha continuato – «non è italiano ma europeo e tutta l’Europa deve cambiare mentalità e atteggiamento rispetto all’accoglienza, agli immigrati, a chi cerca asilo, a chi scappa da violenze. La Sicilia e Lampedusa non sono la periferia dell’Italia ma l’avamposto del continente europeo».

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