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Da Prati a Colosseo, passando per Trastevere: all’asta le case del Comune. Il ricavato per investimenti in opere pubbliche e case popolari

Dalla vendita dei quasi 600 locali l'amministrazione Marino spera di ricavare almeno 247 milioni di euro

appartSono 600 gli immobili del Comune di Roma attualmente affittati a canoni-regalo. Un appartamento di quasi 130 metri quadrati a via del Colosseo costa 122 euro al mese, 1.472 euro l’anno. Poco meno di 75 metri quadrati per una casa a vicolo dei Falegnami, zona Portico D’Ottavia, a 68 euro al mese, 821 euro l’anno. A piazza Trilussa 63 metri quadrati a 79 ero al mese, 948 euro l’anno. Sono le cifre che pagano centinaia e centinaia di affittuari del Comune per case o negozi sparsi in tutta Roma.
Locali in zone di pregio come Fontana di Trevi o corso Rinascimento, o in
quelle più periferiche come la Cecchignola e Centocelle, che inquilini e
usufruttuari si aggiudicano per poche decine di euro ogni mese e che ora il
Campidoglio vuole mettere all’asta. In totale 597 unità immobiliari (295
residenziali e 302 commerciali) che oggi fruttano al Palazzo Senatorio solo 2,2
milioni di euro l’anno e che ora verranno messi in vendita per ricavare una
cifra stimata in 247 milioni di euro. Il 75 per cento del ricavato sarà utilizzato
per investimenti in opere pubbliche, mentre il restante 25 per cento per il
recupero, l’autorecupero e la realizzazione di nuove case popolari. Ad esempio,
sono esattamente 40 anni che un inquilino, per di più senza averne diritto, si
sveglia ogni mattina e fa colazione con vista Colosseo nella sua casa di 93
metri quadrati di via Labicana pagando solo 218 euro al mese. Non va peggio a
chi per meno di 35 euro al mese si è aggiudicato 52 metri quadrati a corso
Francia, oppure 91 metri quadrati a via dei Coronari, dietro piazza Navona, a
154 euro. O ancora, ben 163 metri quadrati a piazza Trevi, proprio sopra la
fontana progettata da Nicola Salvi, a neanche 410 euro al mese. E se un
appartamento di 40 metri quadrati a viale Trastevere costa solo 42,5 euro, uno
di 71 a via della Cecchignola ne vale 95, mentre uno di soli 52 nella signorile
via della Camilluccia sale a 157. Ma nell’elenco del Campidoglio non ci sono
solamente appartamenti. Tanti sono anche i negozi di proprietà del Comune oggi
affittati a prezzi irrisori. Come i 400 metri quadrati di via Milano a 6.161
euro l’anno, gli 860 di via Appia Antica a 3.105 euro o i 57,5 di via Casilina
Vecchia a soli 540. Ma ci sono botteghe anche in via dei Giubbonari, via
Belsiana, via di Tor di Nona, in pieno centro storico, o a via dei Dalmati, a
San Lorenzo. Tutti ceduti dal Comune a un prezzo nettamente inferiore a quello
di mercato. E che ora verranno venduti all’asta, mentre gli appartamenti
saranno offerti agli inquilini con un ribasso del 30 per cento. Dalla vendita
dei quasi 600 locali l’amministrazione Marino spera di ricavare almeno 247
milioni di euro, anche se gli introiti effettivi si sapranno solo una volta
concluse le vendite. Ma sulla delibera, già approvata in giunta e ora al vaglio della
commissione capitolina Patrimonio e politiche abitative, è guerra. Lista
Marchini e Movimento Cinque Stelle si dicono contrari alla “svendita del
patrimonio”. Mentre il presidente della commissione Bilancio, Alfredo
Ferrari, propone di “destinare il 15 per cento direttamente ai municipi,
sia per rispondere alle esigenze dei territori che in un’ottica di decentramento”.

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