Domani sit-in a Roma, apparati sicurezza in pre-allarme
Dopo la manifestazione del 19 ottobre scorso per le vie della capitale, l’attenzione resta quindi ai massimi livelli, anche se questa volta si tende a confidare sul fatto che il dissenso venga mantenuto «entro i limiti fisiologici delle manifestazioni di protesta
No-tav, precari, movimenti per la casa uniti in quello che vuole essere un vero e proprio «assedio al vertice italo-francese» di Roma. Il sit-in in programma domani pomeriggio a Campo dè Fiori, a due passi dall’ambasciata transalpina di Piazza Farnese, impegna in queste ore i responsabili dei piani di prevenzione. In ambienti della sicurezza non si sottovalutano le implicazioni dell’evento in termini di ordine pubblico. A preoccupare, si fa presente, è soprattutto l’arrivo a Roma dei militanti no-tav, anche se non previsto in misura massiccia. Dopo la manifestazione del 19 ottobre scorso per le vie della capitale, l’attenzione resta quindi ai massimi livelli, anche se questa volta si tende a confidare sul fatto che il dissenso venga mantenuto «entro i limiti fisiologici delle manifestazioni di protesta». Più in generale, ma è un ragionamento di medio periodo che esula dall’appuntamento di domani e si focalizza piuttosto sulle prospettive del ‘movimentò, in ambienti della prevenzione si guarda con molta attenzione alle dinamiche future, con una certa tendenza, registrata e allo studio, a strutturare le rivendicazioni antagoniste nel senso di una continuità d’azione, una ‘protesta perennè che di volta in volta si innesta sulle problematiche locali, siano esse contro la Tav, il Muos, le politiche della casa, del welfare e dell’occupazione, con le frange più violente del movimento antagonista disposte a supportare le diverse istanze in varie parti d’Italia. A fare da ‘collantè alle varie anime di un movimento senza un vertice riconosciuto e quindi ancora più indefinito, è sempre la crisi economica, che offre pretesti a chi vuole innalzare il livello dello scontro confidando sul disagio sociale
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