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Bilancio, rush finale.In Campidoglio si valuta la proroga

campidoglio1-300x216La punizione per la gomitata al sindaco di Roma Ignazio Marino, con annessa quasi rissa in aula, e la possibilità di una proroga da parte del prefetto per allontanare almeno un pò la spada di Damocle del rischio commissariamento. Sono questi i due nodi che hanno fatto da sfondo all’esame della manovra di bilancio oggi in consiglio comunale distogliendo l’attenzione dai circa 200 mila emendamenti e odg in cantiere. Ma il sindaco Marino è determinato ad approvare la manovra entro fine anno, esaminando tutte le proposte dell’opposizione, «perchè, a differenza di chi lo dichiara, io amo veramente Roma», dice riferendosi all’ostruzionismo della Lista Marchini. I consiglieri si sono alternati al microfono per 45 minuti ciascuno, ma la vera protagonista è stata la riunione dell’ ufficio di presidenza, chiamata a decidere sulle sanzioni da comminare per gli incidenti d’aula di domenica scorsa. Prima è stata rimandata per l’assenza del ‘presunto colpevolè Dario Rossin (Fdi) e del vicepresidente d’aula Giordano Tredicine (Pdl) e poi aggiornata a domani alle 13. Rossin, protagonista del blitz contro lo scranno del presidente del consiglio comunale, della gomitata a Marino e dello schiaffo inferto a un consigliere di Sel, è già stato oggetto, durante la scorsa amministrazione, di una misura disciplinare di tre giorni di sospensione per aver ribaltato una scrivania insieme al collega Andrea Alzetta. Ora attende il verdetto. Quanto al rischio commissariamento, che può scattare se il bilancio non sarà approvato entro sabato, vista anche la mole di emendamenti da esaminare, in Campidoglio si guarda alla proroga dei tempi come via di uscita. Ciascun consigliere, dopo il termine ultimo del 30 novembre, riceverà personalmente una lettera dal prefetto che dovrebbe recitare più o meno così: «poichè a tutt’oggi non risultano, agli atti di questo ufficio comunicazioni di codesto ente relative all’approvazione del bilancio di previsione 2013 si assegna l’ulteriore termine massimo di giorni decorrenti dalla ricezione della presente nota, per procedere al prescritto adempimento». Da quel momento si avrà un tempo massimo di 20 giorni, scelto discrezionalmente dal Prefetto, per licenziare la delibera di bilancio, pena il commissariamento. La seduta di oggi, però, si è svolta nel ricordo vivo, e citato in quasi tutti gli interventi dei consiglieri, di quanto accaduto domenica. «È stato uno spettacolo indecoroso per degli eletti dal popolo – ha ribadito il sindaco Marino in un’ intervista al settimanale ‘Chì – dovrebbero ricordarsi prima di tutto ciò che l’Aula Giulio Cesare rappresenta da centinaia di anni». Ma c’è anche chi, come Sveva Belviso capogruppo di Ncd, invoca una punizione esemplare anche per Marino che «ha simulato in modo ignobile. Così come un calciatore appena sfiorato che si tuffa e invoca il calcio di rigore viene ammonito da un arbitro attento e non partigiano». Intanto, la discussione continua a ritmo serrato per licenziare i circa 200 mila tra emendamenti e odg: un migliaio presentati da Gianni Alemanno, 2mila da Mino Dinoi (Gruppo Misto), circa 200 da parte del Movimento 5 Stelle e 100mila da Alfio Marchini. «Si tratta di un atteggiamento privo di senso», tuona il capogruppo del Pd Francesco D’Ausilio. E domani in aula ci saranno anche i minisindaci che si dicono «preoccupati» e sentono «la responsabilità e la pressione dei cittadini che chiedono risposte sui temi concreti».

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