Lo strano balletto dei sub-commissari, e Zinga rimedia una brutta figura
La faccenda resta tutto sommato nella cerchia ristretta degli addetti ai lavori, la gente ha altro da pensare. Ma la sanità del Lazio è sempre più un rebus. Il nuovo sub commissario per il piano di rientro? Entra ed esce dal comun icato di Palazzo Chigi, questo supertecnico lombardo cresciuto sotto le ali di Formigoni è evidentemente osteggiato da qualcuno. Lorenzin spinge, qualcuno frena, avevamo già dato per fatto l’arrivo di mister Botti, aspetteremo uno dei prossimi consigli dei ministri. Intanto Zingaretti si fa male da solo, non avesse usato toni trionfalistici per annunciare l’uscita dal tutte della sanità nel 2015 nessuno avrebbe fatto cado allo scivolone rimediato con il tavolo Massicci. E invece è saltata ancora la verifica del Piano di rientro sanitario al ministero dell’Economia tra il governo e il commissario alla Sanità del Lazio, , ma questa volta i due subcommissari alla sanità, Gianni Giorgi e Giuseppe Antonino Spata – annunciati da tempo in uscita ormai da tempo e tenuti ai margini dei fedelissimi del governatore – si svegliano e decidono di dire la loro. E non sono parole tenere: la realtà sulla situazione sanitaria del Lazio, scrivono in una dura nota, «non è quella annunciata dalla Regione commissariata», e il loro giudizio «forse perchè siamo tecnici e non politici, è ignorato». Non è l’opposizione che parla, sia chiaro, ma in qualche modo il governo, visto che Giorgi e Spata sono stati a suo tempo inviati da Palazzo Chigi ad affiancare i vertici regionali nella gestione del piano di rientro. Bufera in arrivo? Dal palazzo della giunta non arriva alcun commento. I due subcommissari, di nomina governativa, si ragiona a via Cristoforo Colombo, sono in uscita dopo mesi passati nell’angolo e vorrebbero togliersi qualche sassolino dalle scarp. Sta di fatto che Zingaretti e i suoi tecnici si sarebbero dovuti sedere a via XX Settembre per dimostrare al governo di avere ‘fatto i compitì nel risanamento della sanità, proponendo anche le soluzioni per riformare il settore. Un appuntamento chiave, dunque, per il governatore. Ma, riportano Spata e Giorgi, «ieri sera alle 20,31 con una email è stato rinviato a data da destinarsi, questa volta ‘in funzione della richiesta del capo di gabinetto del Mef’. C’è qualcosa che non quadra, ci sono ragioni politiche o di opportunità dietro a questo rinvio dell’ultima ora? Palazzo Chigi ha altro da pensare in questo momento, ma Massicci e soci non si muovono certo autonomamente. E’ successo qualcosa che non si riesce a decifrare. E anche la sortita pubblica di Giorgi e Spata ha del clamoroso, è sopra le righe e soprattutto è irrituale se espressa in questi termini. Sembra che si vogliano riappropriare del loro ruolo in extremis. Ma ci si chiede anche perché non lo abbiamo fatto prima. La pesantezza delle loro affermazioni è senza precedenti. Che succede alla sanità della Regione Lazio?» si chiedono dunque i due esperti. Che a loro dire sono «ignorati» perchè da «tecnici esprimono precise indicazioni su come affrontare i disavanzi di bilancio». Se è certo vero, dicono, che c’è stata una significativa riduzione del deficit, a loro dire però «occorre riflettere sulle stabili condizioni di insolvenza finanziaria» e sulla «situazione disastrata dei servizi sanitari». Non sarebbero infatti tra l’altro state adottate «le regole di finanziamento 2014», e inoltre «la situazione del contenzioso con i fornitori è esplosiva e il meccanismo infernale della tassazione a ripiano dei debiti dell’anno precedente comporterà nel 2014, ancora una volta, per i cittadini del Lazio il maggior livello di tassazione ». Che sberla. Giovanni Tagliapietra
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