Sub-commissario e nuovi manager sotto l’albero? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sub-commissario e nuovi manager sotto l’albero?

renato-botti1Avremo un nuovo sub commissario governativo prima di Natale? Sarà Renato Botti, l’uomo che ha creato il modello di sanità lombardo tanto caro a Formigoni? Avremo la lista dei nuovi manager delle Asl e delle Aziende ospedaliere distillata dal pacchetto dei 50 sopravvissuto al concorso? Zingaretti manterrà le promesse? Il limite della carta stampata è di essere “a termine”, di scadere, di diventare “vecchia” in fretta. E le risposte a queste domande potrebbero arrivare a giornale chiuso in tipografia e distribuito. Proviamo allora a giocare, a scommettere. Con un pizzico di malizia. Il tempo ci dirà se avremo indovinato le risposte. Partiamo da Botti, la sua nomina è comparsa nel comunicato del penultimo consiglio dei ministri, poi misteriosamente è scomparsa. Piccola gaffe. Che nasconde pareri contrastanti? Una sorda e compresibilissima lotta di potere? Scommettiamo che non sarà Botti e che la scelta verrà buttata luì, tra le righe, dopo Natale, contando sulla distrazione generale. Direttori generali, game over, tempo scaduto. Il 15 dicembre è passato, la lista non c’è. Zingaretti non ha mantenuto l’impegno. Scommettiamo che ci sarà prima di Natale, che sarà parziale e che riserverà delle sorprese. Il governatore ha promesso che avrebbe pescato fuori regione. Sarà apparentemente coerente. Arriveranno manager “esterni”, nel senso che oggi occupano poltrone in altre regioni. Ma saranno cavalli di ritorno, nel senso che hanno già ricoperto ruoli analoghi in passato nella nomenklatura sanitaria capitolina. Magari a fianco della zarina De Grassi. Dunque predestinati. Scommettiamo che verranno “sacrificati” con questa scusa tutti i manager ingombranti, autorevoli, esperti, relativamente autonomi dalla politica; altresì è ragionevole pensare che tra i prescelti vi saranno coloro che hanno appoggiato la campagna elettorale di Zinga e della sua lista. La riconoscenza è prevista dal copione, non tenerne conto può essere pericoloso. La trattativa sarà serrata con l’opposizione e riguarderà le altre figure delle terne aziendali, direttore sanitario e amministrativo e, ancora più sotto, i direttori di dipartimento. Qui la politica e il manuale Cencelli avranno il loro peso. Il 50% dei nuovi manager sarà sicuramente fedele e di prima qualità, un 30% sarà frutto di compromessi più o meno inconfessabili e non necessariamente all’altezza del compito. Resta una consistente area grigia alla quale sarà difficile attribuire identità e professionalità precise. Un terno al lotto. Peccato che ci sia di mezzo la salute della gente. Il Corvo

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