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Chiude Feltrinelli di via del Babuino. Affitto insostenibile, silenzio di politici e intellettuali

felrterinelli-300x156Tra una settimana, o poco più, chiuderà la libreria Feltrinelli di via del Babuino, prima della catena ad aprire nella capitale quasi mezzo secolo fa. Nessuno verrà licenziato, i dipendenti saranno trasferiti nelle tante Feltrinelli che la catena ha aperto nei nuovi quartieri romani. Sulle vetrine della Feltrinelli di via del Babuino è stata affissa una lettera di saluto, firmata da Carlo e Inge Feltrinelli agli amici, ai lettori «ai tanti librai che hanno contribuito a renderla così importante». É sconvolgente che questa chiusura sia stata assorbita dalla città senza un moto di ribellione, una protesta, un segno di solidarietà. Non una dichiarazione di un politico Molte librerie a Roma chiudono, spazzate via come soldati mandati in campo aperto contro le mitragliatrici. Eppure ci sono segni di vitalità e resistenza. Marcello Ciccaglioni, dopo aver aperto la Arion a Monti, ha appena ristrutturato i locali di viale Eritrea. Ma non cogliere l’occasione di questo «lutto» e di tutti gli altri per riflettere su che ruolo vogliamo riconoscere al «sistema» delle librerie romane, sarebbe davvero un’occasione perduta. Il Comune di Milano, in questo 2013, ha individuato otto spazi e agevolazioni dei canoni d’affitto per le librerie che si trovano in locali pubblici. Il comune di Firenze è intervenuto per difendere in qualche modo le librerie storiche. Non sono politiche dai costi proibitivi, sono solo «politiche». Servono a riaffermare che il libro non è merce equiparabile alle caldarroste e meriterebbe almeno altrettanta considerazione.

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